Feb 26, 2024 06:30 CET

"Stiamo lavorando ad una tregua tra Israele e Hamas di almeno sei settimane". Sono le parole del presidente americano Joe Biden intervenuto sulla guerra genocida di Gaza che dal 7 ottobre ha causato oltre 28mila persone, la maggior parte donne e bambini. Qualche giorno dopo, questa affermazione: “Israele sta cominciando a perdere sostegno in tutto il mondo”.

Lo ha detto l’inquilino della Casa Bianca aggiungendo che il premier sionista Benjamin Netanyahu deve trovare una soluzione a lungo termine al conflitto con i palestinesi. Ma solo un giorno dopo l’amministrazione democratica ha aggirato un voto parlamentare e disposto al vendita di munizioni per carri armati a Tel Aviv. Si tratta di un palese esempio dell’ipocrisia statunitense.

 

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"Ci sono moltissime persone innocenti che muoiono di fame, donne e bambini innocenti che hanno disperato bisogno di aiuto”.  E’ ancora Biden che dice di aver parlato al telefono con i sauditi per portare a Gaza quanti più aiuti possibili". Il presidente Usa ha anche sottolineato che sta premendo per arrivare ad un accordo sul cessate il fuoco e sugli ostaggi: "Ci sto lavorando senza sosta". Ha aggiunto.Ma alle parole del presidente degli Stati Uniti non credono nemmeno i suoi alleati. Ascoltate questo. "Il presidente Biden ha detto che i morti civili a Gaza sono troppi. Se sono troppi allora forse devi dare a Israele meno armi, è abbastanza logico". Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante dell’Unione europea per la Politica estera e la Sicurezza Josep Borrell. Il capo della diplomazia di Bruxelles ha poi chiesto a Washington di tagliare la fornitura di armi a Tel Aviv. In risposta all’appello dell’Unione europea, il governo americano ha approvato "con urgenza", senza passare dal Congresso, la vendita a Israele di quasi 14mila munizioni per carri armati Merkava utilizzati nella guerra a Gaza, per un valore di 106,5 milioni di dollari. Secondo quanto dichiarato dal segretario di Stato americano Antony Blinken, l'amministrazione Biden ha utilizzato a tale scopo una normativa speciale presente nell'Arms Export Control Act. Si tratta di parte di un pacchetto di forniture che la Casa Bianca chiede al Congresso di approvare, che prevede la concessione di 45mila munizioni per  carri armati, del valore complessivo di 500 milioni di dollari.Sempre secondo il ministro degli Esteri di Washington, la vendita di armi a Tel Aviv risponde agli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Ma in molti sottolineano un'incoerenza di fondo, rispetto agli inviti giunti da Washington a Tel Aviv affinché siano risparmiati il più possibile i civili nella Striscia di Gaza, che già versano in condizioni devastanti. Il presidente Usa ha anche sottolineato che sta premendo per arrivare ad un accordo sul cessate il fuoco e sullo scambio di prigionieri tra Israele e Hamas. "Ci sto lavorando senza sosta". Ma davvero? In pratica però gli stessi Stati Uniti sono stati fortemente criticati per essere stati l'unico paese ad opporsi, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ad un cessate nell’enclave palestinese.  Una scelta che ha ricevuto invece l'apprezzamento del sionista Netanyahu.

 

 

 

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