Set 20, 2022 06:30 CET

Salve amici! A partire di questa settimana vi presenteremo una nuova serie dal tito i falsi paladini dei diritti umani. Speiamo che sia di vostro gradimento!

Di recente il Pentagono ha annunciato una massiccia vendita di armamenti che comprendono i missili Patriot e delle relative apparecchiature, all’Arabia Saudita, nel quadro di un accordo del valore di oltre 3 miliardi di dollari. Inoltre, sempre secondo il dipartimento di Stato statunitense, è stata approvata la potenziale vendita di missili del sistema di difesa Thaad e delle relative apparecchiature agli Emirati Arabi Uniti, sulla base di un accordo del valore di almeno 2 miliardi di dollari, ha aggiunto il Pentagono. In un comunicato congiunto diramato dopo la visita del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in Arabia Saudita nel luglio, è stato ribadito che il partenariato tra Usa e Arabia Saudita è stato per decenni una pietra miliare della sicurezza regionale e i due paesi condividono la visione di una regione stabile e prospera più sicura e interconnessa con il mondo”.

 

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Si tratta della prima vendita all’Arabia Saudita da quando l’amministrazione Biden ha adottato una politica di vendita solo armi difensive al suo alleato del Golfo Persico. La fornitura di missili aria-aria fa parte degli sforzi di Washington per aiutare Riadh a distruggere la resistenza dello Yemen ed arriva dopo un aumento degli attacchi con droni e missili da parte dei combattenti yemeniti contro l’Arabia Saudita come risposta ai bombardamenti di coalizione militare a guida dello stesso regime saudita. Dopo le relazioni amichevoli dell’amministrazione Trump con Riyadh, l’amministrazione Biden ha ricalibrato il suo approccio all’Arabia Saudita sulle preoccupazioni sui diritti umani e sulla guerra nello Yemen. A questo proposito esistono due considerazioni. La prima: l’impatto delle armi non contribuisce in modo rilevante al peggioramento delle condizioni ambientali attuali? Le nazioni europee e non che si riuniscono per decidere i destini ambientali del mondo non sono anche fra i principali produttori ed esportatori di armi?

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La seconda considerazione: davvero era pensabile – era realisticamente pensabile – che dopo oltre mezzo secolo di rapporti nel campo petrolifero e nel campo di armamenti tra Arabia Saudita e Stati Uniti l’attuale amministrazione Biden decidesse di attuare un cambio di rotta a 360 gradi? La risposta l’avevamo già esplicitata in un articolo proprio su queste pagine. E non solo.Amnesty International ha chiesto al presidente degli Stati Uniti Joe Biden di mantenere l’impegno a porre i diritti umani al centro della sua strategia regionale e a premere con i suoi interlocutori affinché vi siano immediati e sostanziali cambiamenti dal punto di vista dei diritti umani.