Nov 20, 2022 09:33 CET

Amici, oggi vi presenteremo un’altra parte di un programma a puntate dedicato allo slogan di quest’anno, scelto e proclamato dalla Guida Suprema della rivoluzione islamica, Ayatllah seyyed Alì khamanei, la produzione, la ricerca e l’occupazione.

Amici, nelle puntate precedenti abbiamo approfondito sul tema della produzione nazionale nella repubblica Islamica e gli sforzi enormi che la Guida suprema Ayatollah Khamenei, il popolo e i governi iraniani hanno compiuto per rafforzare e autonomizzare l’industria nazionale sfruttando al meglio tutte le potenzialità e risorse del Paese.

Oggi parleremo delle sanzioni ingiuste che gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali da ormai 40 anni stanno applicando al popolo iraniano per la sola colpa di non voler farsi sottomettere dall’egemonia americana. E’ innegabile che la imposizione delle sanzioni abbia avuto e continui ad avere un impatto negativo sull’economia iraniana e ponga un importante ostacolo sulla crescita della produzione, industriale e finanziaria del nostro Paese. Va ricordato dunque che la Repubblica Islamica dopo la Russia è il paese più colpito dalla ingiuste sanzioni che mirano a mettere in ginocchio l’intera economia e anche la stabilità politica e sociale iraniana. Dobbiamo sapere che alla radice di tutte le sanzioni imposte ai paesi che pongono una forma di resistenza all’egemonia americana, è portare al collasso non solo la forza economica e industriale di quel paese, ma è soprattutto la strategia di mettere i popoli contro le autorità governative, considerando che al contrario di quanto viene propagandato dalle varie amministrazioni americane, a subire per i primi la pressione delle sanzioni, sono proprio i popoli inermi che si vedono costretti tutti i giorni a lottare contro l’inflazione e altre conseguenze devastanti delle restrizioni economiche.

******

il settore più colpito dalle sanzioni americane applicate anche dai loro alleati occidentali ai danni della nazione iraniana, è l’industria petrolifera. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti nel giugno 2022 ha imposto sanzioni a diversi esportatori di petrolio iraniani e alcune società in Cina e negli Emirati Arabi Uniti, accusandoli di eludere il divieto di esportazione di prodotti petrolchimici iraniani nell’Asia orientale. Questa nuova imposizione arriva mentre nel corso dei colloqui sul ripristino dell’accordo nucleare, Teheran ha dichiarato che gli Stati Uniti devono revocare le loro sanzioni imposte. A questo proposito il sommo leader iraniano, l’Ayatollah Khamenei in un discorso trasmesso dalla tv iraniana ha detto: “Solo se le sanzioni verranno tolte, il ritorno degli americani all'accordo sul nucleare avrà un senso. Ma finché l'altra parte non adempie i suoi obblighi, non ha senso che la Repubblica islamica rispetti tutti i propri obblighi. La questione non è che l'America ritorni o no all'intesa, da cui si è ritirata unilateralmente nel 2018”, ha detto la Guida Suprema sottolineando: "Noi non abbiamo fretta e non insistiamo perché ritorni. La nostra richiesta razionale e logica è la rimozione delle sanzioni. Le sanzioni devono essere tolte perché si tratta di un diritto usurpato della nazione iraniana". Dopo un'eventuale rimozione delle sanzioni, ha aggiunto Ayatollah Khamenei, la Repubblica Islamica dell'Iran chiederà che gli Usa paghino il risarcimento per i danni inflitti in questi anni alla sua economia”, ha concluso il sommo leader iraniano.

******

Tag