Apr 22, 2024 07:51 CET

Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l'interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l’ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.

Amici, anche oggi continueremo con la lettura e un semplice commento del sessantaquattresimo brano del Corano, la Sura At Taghabon, Il Reciproco Inganno, di cui il nome deriva appunto dal contenuto del nono versetto. Stando alle fonti islamiche questa nobile Sura è stata rivelata al nobile profeta dell’Islam negli anni di residenza alla Medina e come molte altre sure coraniche, parla soprattutto di argomenti che riguardano il Giorno del Giudizio e tutto ciò che riguarda questo importantissimo pilastro della vita sociale ed individuale dell'uomo. Questa nobile Sura comprende 18 versetti di cui la maggior parte dedicata appunto agli argomenti particolarmente importanti tra cui la questione della Resurrezione e molti altri principi morali raccomandati dal Nobile Profeta dell'Islam Mohammad, e dai profeti che lo hanno proceduto, siano lodati dal Signore.

Oggi conosceremo meglio gli ultimi brani della Sura Taghabon ovvero dal versetto 13 al versetto 18 di questa nobile Sura coranica.

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Ascoltiamo ora i versetti 13 e 14 della Sura At Taghabon:

اللَّهُ لَا إِلَهَ إِلَّا هُوَ وَعَلَى اللَّهِ فَلْیَتَوَکَّلِ الْمُؤْمِنُونَ

“Allah, non v’è dio all’infuori di Lui! Confidino dunque in Allah i credenti”. (64:13)

 

یَا أَیُّهَا الَّذِینَ آمَنُوا إِنَّ مِنْ أَزْوَاجِکُمْ وَأَوْلَادِکُمْ عَدُوًّا لَکُمْ فَاحْذَرُوهُمْ وَإِنْ تَعْفُوا وَتَصْفَحُوا وَتَغْفِرُوا فَإِنَّ اللَّهَ غَفُورٌ رَحِیمٌ

“O voi che credete, nelle vostre spose e nei vostri figli c’è [talvolta] un nemico per voi. State in guardia. Se li scuserete, lascerete cadere e perdonerete; in verità Allah è Perdonatore, misericordioso”. (64:14)

 

Amici, nel programma precedente abbiamo detto che tutto quello che accade all’uomo avviene con il permesso del Suo Creatore, gloria a Lui l’Altissimo. Il credente sa che tutto avviene per il suo bene, in questa vita o nell’altra o in entrambe. A differenza di chi non crede, il cuore del devoto è sereno nella sofferenza, fermo nella difficoltà, equilibrato nel benessere. Il musulmano ha del suo Signore la più alta considerazione e sa che anche la sventura è solo un fatto episodico, all’interno di un progetto di salvezza che il Misericordioso ha stabilito per lui. Ispirandogli queste certezze spirituali «Allah guida il cuore di chi crede in Lui».

I versetti che appena abbiamo ascoltato ricordano all'uomo una verità molto importante: La famiglia, le spose e i figli, gli affetti più cari della vita terrena possono distogliere, in modo grave e continuato, dal ricordo di Allah. In base a quanto hanno affermato alcuni studiosi del Sacro Corano, il versetto si riferirebbe ad alcuni meccani che non emigrarono con l’Inviato di Allah, pace e benedizioni su di lui, cedendo alle resistenze e alle pressioni dei familiari miscredenti e, nel contempo, ad alcuni abitanti della Medina che temendo di lasciar soli moglie e figli non partecipava mai alle spedizioni di battaglia. Quando si resero conto della loro debolezza e vollero punire i congiunti che li avevano frenati sul sentiero di Allah, il versetto raccomandò loro l’indulgenza e l’oblio del male ricevuto.

Da questi versetti impariamo che:1. Il segno della vera fede è la fiducia nel Dio Unico. I credenti devono avere fiducia in Lui in tutte le questioni.2. I rapporti familiari non devono rappresentare un ostacolo per i doveri religiosi. Prima di essere membro della famiglia, ogni persona ha l'obbligo di obbedire ai comandamenti Divini e deve seguire ciò che Dio l'Onnipotente ha chiesto all'umanità.3. Uno dei banchi di prova dell'uomo è la casa e la famiglia. Moglie e figli hanno molte richieste e soddisfare queste esigenze è possibile e accettabile nella misura in cui non contraddicessero il decreto di Dio.4. È necessario stabilire un equilibrio tra emozioni e doveri. Non dovremmo mai smettere di compiere i nostri doveri a causa delle nostre emozioni, né dovremmo ignorare i nostri sentimenti familiari a causa dei nostri doveri.

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Ed ora ascoltiamo i versetti 15 e 16 della Sura At Taghabon:

 

إِنَّمَا أَمْوَالُکُمْ وَأَوْلَادُکُمْ فِتْنَةٌ وَاللَّهُ عِنْدَهُ أَجْرٌ عَظِیمٌ

“I vostri beni e i vostri figli non sono altro che tentazione, mentre presso Allah c’è ricompensa immensa”. (64:15)

 

فَاتَّقُوا اللَّهَ مَا اسْتَطَعْتُمْ وَاسْمَعُوا وَأَطِیعُوا وَأَنْفِقُوا خَیْرًا لِأَنْفُسِکُمْ وَمَنْ یُوقَ شُحَّ نَفْسِهِ فَأُولَئِکَ هُمُ الْمُفْلِحُونَ

”Temete Allah per quello che potete, ascoltate, obbedite e siate generosi: ciò è un bene per voi stessi. Coloro che si saranno preservati dalla loro stessa avidità saranno quelli che prospereranno”. (64:16)

 

Ciò che è a disposizione dell'uomo è la sua prova. La ricchezza non è solo per provvedere al mantenimento della moglie e dei figli, ma una parte di essa dovrebbe essere spesa per la Via di Dio e a questo proposito, non bisogna aver paura dell'opposizione dei membri della famiglia. Anche i figli sono un dono dato all'uomo in affidamento da Dio l'Altissimo e se la difesa dell'Islam e dei musulmani richiedesse la loro partecipazione sul campo di battaglia, i genitori non dovrebbero impedire che questo accada, per quanto tale atto sia una delle prove più ardue a cui l'uomo possa essere mai posta.Per realizzare i suoi desideri, l'anima umana porta sempre l'uomo all'avidità nel raccogliere la ricchezze e nell'avarizia nella spesa, e se un uomo non sta attento e non controlla la sua anima, ciò lo potrà trascinare ad opporsi alla Volontà di Dio. Pertanto, questi versetti avvertono le persone del pericolo dell’auto indulgenza e ordinano all'uomo di prevenire tale mancanza obbedendo ciò che Dio l'Onnipotente ha comandato.Da questi versetti impariamo che:1. Troppo interesse e attaccamento alla proprietà e ai figli sono una trappola per lo sviamento e la deviazione dell'uomo.2. La pietà, la carità e il timore di Dio non hanno limiti, si dovrebbe evitare di opporsi alla Volontà di Allah, Gloria a Lui l'Altissimo, ovunque e in ogni momento.3. La vera beatitudine e felicità dell'uomo dipende dal seguire gli insegnamenti di Dio, non dagli umori e dai desideri materiali.4. L'attaccamento alla proprietà e alla ricchezza portano l'uomo all'avidità e all'avarizia.

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E infine ascoltiamo la parte finale di questa nobile Sura, i versetti 17 e 18 della Sura At Taghabon, Il Reciproco Inganno:

إِنْ تُقْرِضُوا اللَّهَ قَرْضًا حَسَنًا یُضَاعِفْهُ لَکُمْ وَیَغْفِرْ لَکُمْ وَاللَّهُ شَکُورٌ حَلِیمٌ

“Se fate ad Allah un prestito bello, Egli ve lo raddoppierà e vi perdonerà. Allah è riconoscente, magnanimo”.(64:17)

 

عَالِمُ الْغَیْبِ وَالشَّهَادَةِ الْعَزِیزُ الْحَکِیمُ

“Conoscitore dell’invisibile e del palese, l’Eccelso, il Saggio”. (64:18)

 

Proseguendo con il tema di devozione e obbedienza al Signore dei Mondi, questi versetti sottolineano il modo migliore per liberare l'uomo dai tratti sgradevoli del suo carattere come l'avarizia e l'avidità dicendo: Non pensate che ciò che offrite ai bisognosi, Dio non lo sappia e questa generosità non vi sia di alcuna utilità. L'aiuto che si da ai bisognosi, sia gratuitamente che sotto forma di prestito, viene registrato nel nostro conto presso Allah l'Altissimo, ed è come se lo avessimo prestato a Dio e da Lui lo riprenderemo.Naturalmente, nella cultura islamica, il valore e la ricompensa per un prestito è maggiore della ricompensa per la beneficenza. Perché induce la persona bisognosa a cercare di rimborsare la rata del prestito, di alzarsi in piedi e di pagare il suo debito. Ciò può farlo crescere nel percorso della vita. Ma chi chiede sempre aiuto agli altri, diventa dipendente dagli altri e rimane un peso per la società.In generale, la carità e il prestito, poiché scioglono il nodo dalle difficoltà altrui, soprattutto dei bisognosi, oltre alla ricompensa dell'aldilà, sono anche motivo del perdono dei peccati e del ricevimento della grazia e della misericordia di Dio il Misericordioso.Da questi versetti impariamo che:1. Dio è il sostegno delle persone bisognose e ciò che viene loro dato, lo calcola e lo restituisce moltiplicando più volte.2. Sebbene Dio sia il nostro Creatore e in realtà ciò che abbiamo e ciò che diamo agli altri appartiene a Lui, Egli è comunque Grato a coloro che donano la loro ricchezza ai bisognosi.3. Prestare ai bisognosi per amore di Dio è come prestare a Lui Stesso. Pertanto, non bisognerebbe mai aspettarsi la gratitudine dalle persone bisognose, poiché Dio Stesso ringrazia i Suoi servi che fanno la beneficenza.4. L'aiuto segreto agli altri, in modo che la gente e persino la persona bisognosa non sappiano da chi deriva questo aiuto, ha più valore presso Allah il Misericordioso della beneficenza fatta in pubblico.

 

 

 

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