Parte (16): Mohammad Khawrazmì, il matematico simbolo di un'era
In questa puntata approfondiremo le nostre conoscenze su uno dei più grandi matematici di tutti i tempi, lo scienziato musulmano iraniano Mohammad Khawrazmì.
George Sarton, il famoso studioso contemporaneo considerato il padre della storia della scienza, definisce la prima metà del nono secolo cristiano “l’era di Khawrazmì” mentre oggi la maggiorparte dei testi persino europei riconoscono che a questo matematico iraniano si deve la disciplina dell’algebra.
Khawrazmì e’ oggi anche il nome di un grande festival scientifico in Iran in cui vengono premiate annualmente le migliori invenzioni; il festival si tiene in due categorie, una quella per gli alunni delle scuole e l’altra per gli studenti universitari. Inoltre nel calendario ufficiale iraniano, il 4 giorno del mese di Aban, corrispondente al 26 Ottobre, si celebra la giornata di commemorazione di Khawrazmi e la giornata dell’algebra.

La cosa certa e’ che il suo famoso trattato di algebra non era certo la sua unica opera. Khawrazmi scrisse anche il libro “Al Giam wal Tafriq”, che introduceva nozioni sul sistema di numerazione indiana e la cui traduzione in latino intitolata “Algorithmi numero indorum” e’ oggi conservata nel museo Cambridge di Londra.

In questo libro Khawrazmi dimostra tra l’altro che grazie allo 0 ed ai numeri dall’1 al 9 e’ possibile scrivere qualsiasi cifra. In questo libro lui insegna pure come effettuare le addizioni, le sottrazioni, le moltiplicazioni e le divisioni e la radice al quadrato nel sistema indiano. Per ottenere la radice al quadrato Khawrazmì utilizzava la tecnica del matematico indiano del quinto secolo Aryabhata e la sua opera venne tradotta in latino anche con il titolo di “Calcolo indiano di Khawrazmì” dall’inglese Robert di Chester.
Un altro dei contributi dati da Khawrazmì riguarda la combinazione delle scienze ereditate dall’antica Grecia e quelle apprese dal mondo indiano. Ciò fu possibile perchè durante il periodo islamico l’Iran fu in qualche modo il centro in cui le tradizioni scientifiche precedenti vennero lette, analizzate e poi usate per raggiungere nuove scoperte.
Fu così che ad esempio in Astronomia lo scenziato iraniano mise a punto un nuovo astrolabio; realizzò una nuova cartina del cielo e della terra; corresse le mappe della terra di Tolomeo. Il suo contributo in astronomia e’ raccolto nell’opera “Zij Alsanad Hend” che venne realizzato nel periodo del califfo Abbaside Mansour e che venne poi diffuso in tutto il mondo islamico di allora; Zij e’ l’insieme di una serie di tabelle astronomiche ed il libro e’ scritto in lingua sanscrita e successivamente venne tradotto in arabo. E’ il primo trattato astronomico islamico rimasto intero fino ai nostri giorni che venne tradotto in latino nel 1126 d.C.

Amal ol Ostorlab e Al Amal bel Ostorlab erano inoltre altri due libri di Khawrazmì che si suppone insegnassero come fabbricare un astrolabio ed il secondo come usarlo. Di questi due libri insieme al libro Al Rakhame, riguardante la costruzione di orologi solari, non e’ rimasto nulla. Sappiamo dell’esistenza di questi testi perchè altri scienziati ne parlano e dicono di averne tratto beneficio.
Un opera di storia ed antropologia di Khawrazmì e’ “Maqala fi Istikhraj-i Tarikh-il Yahoud wa Aiadehom” che significherebbe “Trattato sull’estrazione della storia degli ebrei e delle loro feste” che dimostra l’interesse dello scienziato anche per la storia della religione e per i popoli che stavano ad occidente dell’Iran e non solo quelli orientali come gli indiani.
Sempre come storiografo e geografo Khawrazmì scrisse il libro “Suratol Arz” (Volto della Terra) ed anche “Attarikh” (Storia) mai trovato. In Suratol Arz Khawrazmì riferisce le coordinate ovvero la latitudine e longitudine di diverse città e divide in 7 climi le zone della terra. Questo suo libro venne tradotto dall’italiano Carlo Alfonso Nallino e secondo questo studioso occidentale le mappe di Khawrazmì erano più precise di quelle di Tolomeo, soprattutto per quanto riguarda l’Oriente.
E’ un grande peccato che oggi non sia rimasto nulla del libro Attarikh di Khawrazmì che doveva essere un capolavoro anche perchè diversi studiosi islamici citano Khawrazmì come uno storico distinto proprio per questa sua opera.
a cura di Davood Abbasi