Mar 12, 2018 10:46 CET
  • Donne in Occidente(2)

Come abbiamo avuto modo di spiegare la scorsa settimana, nelle civiltà tribali antiche, la donna era considerata come una bestia subumana o come un oggetto per soddisfare gli istinti sessuali dell’uomo. Nella società medioevale la condizione della donna non fu migliore.

 Essa era infatti un oggetto nelle mani del padre, finché questi non decidesse di venderla ad un uomo. Non poteva sostenere un’attività in proprio o studiare o votare. Le ragazze venivano date in sposa ad un uomo prescelto dal loro genitore. Infatti l’universo femminile era limitato dalla legge della corporazione, la quale stabiliva che ogni amministrazione doveva essere integrata da un uomo.
***
Prima dell’avvento della rivoluzione industriale, le famiglie occidentali vivevano una vita semplice e modesta: le donne lavoravano in casa svolgendo le faccende domestiche e nella coltura dei campi, svolgendo talvolta in casa anche piccoli lavori artigianali. La vita sociale della donna, come del resto quella del marito e dei figli, era confinata entro le mura domestiche.
Perfino nell’età dell’illuminismo che fu caratterizzata dal cosidetto pensiero che voleva "illuminare" la mente degli uomini, ottenebrata dall'ignoranza e dalla superstizione, nella dichiarazione dei diritti dell'uomo e del Cittadino del 1789 che era un testo giuridico elaborato nel corso della rivoluzione francese e conteneva una elencazione di diritti fondamentali dell'individuo e del Cittadino, non si riferiva ai diritti delle donne e l'uguaglianza delle donne in rapporto agli uomini.
La rivoluzione industriale fece sorgere grandi complessi ed industrie pesanti. Nei primi decenni dell’Ottocento la donna incominciò ad entrare nell’ambito lavorativo della fabbrica, anche se non poteva ancora avere un’istruzione che le garantisse I diritti preliminari.
Fu proprio in quegli anni che nacquero in Occidente i primi movimenti femminili, che lottavano tenacemente per ottenere il diritto di voto e la possibilità di partecipare alla vita politica. Più tardi tali movimenti furono chimati poi come I movimenti “femminsti” e in un certo senso rappresentava I pensieri dell’ umanesimo, del secolarismo e dell’individualismo.
L'invenzione della parola "femminismo" viene spesso attribuita al filosofo francese Charles Fourier (1772-1837) il quale ispirò la fondazione delle prime comunità del socialismo utopistico; tuttavia, anche se attraverso i suoi scritti egli si dimostra un sostenitore della libertà e dell'egualitarismo delle donne, il termine non compare mai all'interno della sua produzione creativa.
Il termine venne usato anche all'interno della letteratura medica francese, in cui veniva usato per riferirsi ad un indebolimento del corpo maschile.
Un po' più tardi, negli scritti di Hubertine Auclert nel 1882, si definisce il femminismo in un più ampio senso positivo in quanto esso rappresenta la lotta per migliorare la condizione femminile. Il termine venne definitivamente reso popolare dalla stampa in occasione di un congresso "femminista" svoltosi a Parigi nel maggio 1892 per opera di Eugénie Potonié-Pierre.Successivamente il termine apparirà prima in Gran Bretagna e poi negli Stati Uniti.
***
I movimenti femministi in tutto il mondo si sono differenziati in cause, obiettivi e intenzioni a seconda del tempo, della cultura e del paese di riferimento.
La storia femminista moderna occidentale viene suddivisa in tre periodi (o "ondate") temporali ben precisi, ognuno con obiettivi leggermente diversi, fondati sul progresso femminile verificatosi precedentemente.
La prima ondata femminista del XIX e della prima metà del XX secolo si concentra eminentemente sul ribaltamento delle disuguaglianza legali, in particolare sul suffragio femminile; le rivendicazioni principali riguardano, oltr al diritto di voto, il diritto al lavoro in condizioni sostenibili e l'istruzione femminile per donne e bambine.
La seconda ondata femminista (1960-1980) ha ampliato il dibattito per includervi anche le disuguaglianze culturali, la disparità ancora esistenti nelle norme legali e il ruolo di genere delle donne all'interno della società (sociologia). La terza ondata femminista (anni 1990-2000) si viene a riferire a diversi ceppi di attività femminista; viene inteso come una continuazione della "seconda ondata" e una risposta alla percezione dei suoi fallimenti.