Apr 18, 2018 10:15 CET
  • Iraniani famosi (22): Ghiaseddin Jamshid Kashani ed il suo Zij

Nella puntata precedente abbiamo detto che Ghiaseddin Jamshid Kashanì, famoso matematico e astronomo iraniano nacque nel 1388 cristiano nella città di Kashan. Figlio di un noto medico, Jamshid visse durante il dominio in Iran della dinastia mongolica dei Timuridi.

La grande opera di Jamshid, come ricorderete, fu la serie di tabelle astronomiche raccolta nel Zij, che lui regalò al nipote di Tamerlano, a sua volta astronomo ed apprezzatore della scienza, Uluq Beig.

A seguito di questa importante iniziativa, e forse anche per la buona parola dello scienziato della corte Timuride Ghazì Zadè Rumì, Jamshid venne invitato a Samarcanda soprattutto per la costruzione di un centro scientifico ed un osservatorio astronomico.

Presto il centro di Samarcanda, anche grazie alla presenza di Jamshid, divenne uno dei cuori della scienza dell’allora mondo islamico, insieme a Baghdad, Al Azhar in Egitto e Cordoba in Andalusia.

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Secondo le documentazioni storiche, Ghiaseddin Jamshid doveva avere circa 30 anni quando insieme a suo nipote Moineddin, matematico a sua volta, lasciò Kashan alla volta di Samarcanda.

La vita di Samarcanda fu un’esperienza nuova ed entusiasmante per il grande scienziato di Kashan. Al suo arrivo a Samarcanda, gli studiosi della corte Timuride gli posero davanti i problemi che non erano riusciti a risolvere ed il brillante giovane riuscì a risolverli uno dopo l’altro nel giro di una sola giornata. L’ingresso di Ghiaseddin fece clamore ed il maggiore scienziato di corte, Ghazì Zadè Rumì, riconobbe la superiorità del genio di Ghiaseddin rispetto a se stesso e divenne uno dei suoi convinti ammiratori.

Kashani nelle sue lettere al padre racconta i problemi scientifici che e’ riuscito a risolvere nel giro di due anni di attività a Samarcanda.

Racconta ad esempio di essere riuscito a praticare un foro sul Mihrab di una moschea che facendo passare la luce del sole indica il momento giusto della preghiera del pomeriggio in tutte le stagioni dell’anno. Oppure parla della costruzione di un astrolabio dal diametro di un metro sulla quale vi erano indicate tutte le 1022 stelle della tabella di Tolomeo.

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In parole povere, poco dopo l’arrivo a Samarcanda, Ghiaseddin Jamshid Kashanì si confermò come il più grande scienziato della città e proprio per le sue scoperte e le sue invenzioni, Samarcanda divenne il centro scientifico più rinomato dell’oriente. Ci vorebberro decine di pagine solo per scrivere una lista delle sue iniziative e dei suoi contributi scientifici ma certo la sua opera più importante in questo periodo fu “Miftah al-Hisab” (Chiave del Calcolo), che enunciava le regole fondamentali per effettuare le quattro operazioni principali dell’aritmetica e presentava, per la prima volta nella storia, le frazioni decimali ed in più anche il metodo per ottenere la radice dei numeri interi. Questi metodi vennero introdotti in Europa con la traduzione di questa opera e vennero insegnati per secoli nelle università. Successivamente, nel trattato “Risalat al Muhitiyah”, Ghiaseddin Jamshid calcolò il pi greco con 16 cifre decimali e nel trattato “Risalat al-Watar wal Jaib” calcolò il seno di un angolo di un grado con una precisione di 10 cifre decimali.

Ghiaseddin inventò inoltre otto strumenti utili per l’osservazione degli astri la cui costruzione viene insegnata con grande modestia dallo stesso scienziato nell’opera “Sharhe Alat-e-Rasad”. E’ in quest’opera che Ghiaseddin Jamshid propone, tra parentesi, anche la sua teoria sulla forma ellittica dell’orbita della Luna e di Mercurio. 

Nella premessa della traduzione russa del suo Miftah al-Hisab leggiamo: “Kashanì e’il più grande matematico ed astrologo del 15esimo secolo”.

 Comunque tutto ciò di cui vi abbiamo parlato e’ niente a confronto del vero capolavoro di Kashanì ovvero l’osservatorio astronomico di Samarcanda. Ancora oggi, in Uzbekistan, e’ possibile visitare ciò che rimane di questo imponente centro scientifico che brilla come un diamante nella storia della scienza umana.

 

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Ci sono divergenze tra gli storici sulla data dell’inizio della costruzione dell’osservatorio di Samarcanda. Chi parla dell’820 dell’egira, chi dell’823, ma in ogni caso sappiamo che la pianta dell’edificio venne disegnata dallo stesso Ghiaseddin Jamshid e che gli strumenti per l’osservazione vennero costruiti dal maestro Ibrahim Saffar, ma sempre con le istruzioni e la guida di Jamshid.

Kashanì morì probabilmente nell’832 dell’egira, quando il suo lavoro scientifico all’osservatorio non era affatto terminato ed alcuni testi indicano che venne seppellito sull’adiacente collina “Chupan Ata” mentre altri lo vogliono nel cimitero Shah Zand di Samarcanda, accanto al collega Ghazì Zadè Rumì.

Diversi storici ritengono Uluq Beig “colpevole” per la morte di Ghiaseddin. Intanto perchè pare che lui intendesse licenziare Kashanì, poi perchè il sultano avrebbe trafugato un lavoro di Kashanì sostenendo di essere stato lui a calcolare con dieci cifre decimali esatte il seno di un angolo di un grado. Per altri storici, invece, Ulug Beig iniziò a dare ascolto alle tante maldicenze su Jamshid che venivano diffuse da chi era invidioso delle sue capacità.

E fu così che prima della morte Jamshid si sentiva molto solo, a migliaia di chilometri di distanza dalla sua città natìa e questo lo si apprende dalle lettere che si scambiava con il padre.

Ad ogni modo, Ghiaseddin Jamshid Kashanì venne assassinato nel 1429 a soli 42 anni proprio mentre si trovava nell’osservatorio di Samarcanda. Nessuno ha mai saputo chi furono coloro che lo uccisero ma come abbiamo detto, ci sono diversi elementi che lasciano pensare al fatto che ci fosse di mezzo lo zampino dello stesso sultano Ulug Beig.