Lug 28, 2018 13:21 CET
  • Iraniani Famosi (37): Sanaì Ghaznavì, il saggio

Anche oggi il nostro discorso e’ dedicato ad un altro “astro” del firmamento della letteratura persiana ovvero Sanaì Ghaznavì.

Sana'i Ghaznavì, noto anche come Hakīm Sanāʾi (ossia: "Sana'i il saggio/il sapiente")  è uno dei maggiori poeti della storia della letteratura persiana, vissuto nell’11esimo e 12esimo secolo cristiano.

Come spiegato nella puntata precedente, lui fu tra i poeti che introdussero i concetti della filosofia e dello gnosticismo nella poesia neopersiana a scopi didattici.

Non a caso e’ considerato un precursore di Attar e Rumi e secondo lo studioso occidentale Nicholson, insieme a questi due forma la triade dei grandi poeti mistici della letteratura persiana medievale.

Tra le sue opere, spicca Sayr al-'Ibad ilà l-Ma'ad ("Il viaggio dei servi di Dio nel Regno del Ritorno"), una sorta di "Divina Commedia" in miniatura di circa 800 versi, in cui il poeta guidato da un saggio vegliardo s'immagina di percorrere il regni dell'aldilà in un viaggio iniziatico attraverso la cripta cosmica che lo porterà dall'"inferno" del mondo sub-lunare, attraverso il "purgatorio" delle sfere celesti, sino a un "paradiso" posto oltre il cielo delle Stelle Fisse, dove incontrerà una misteriosa Luce in cammino dai più identificata con la luce della profezia o con la stessa luce divina.

***

Per quanto concerne i masnavi didattici, o i poemi in rima baciata composto con l’obbiettivo di istruire l’anima del lettore, abbiamo letto un esempio del suo lavoro la settimana scorsa ed ora vi proponiamo la traduzione un’altra poesia del grande Sanaì.

***

Da quando ha mostrato il volto la rosa color di rubino

mai non si stanca di cantar la sua gioia l'usignolo.

È lungo tempo che, come me, l'usignolo

è stato innamorato del giardino e del fiore

Non v'è da stupirsi s'ei resta desto il giorno e la notte:

chi mai s'è addormito avanti all'Amico?

Schiavo son io della lingua di quell'usignolo

Che ieri lodava cantando la rosa color di rubino.

O Coppiere! È tempo di fiori, e tu porgi il vino fiorito;

nessuno ordinò mai di pentirsi nella stagione dei fiori