Lug 28, 2018 13:26 CET
  • Iraniani Famosi (38): Sanaì Ghaznavì ed altri poeti mistici persiani

Anche oggi il nostro discorso e’ dedicato ai poeti mistici persiani, soprattutto Sanai Ghaznavì.

La letteratura persiana classica è variegata e straordinariamente legata, per il suo carattere simbolico-allegorico, alla poesia mistica. Nella letteratura persiana, infatti, i grandi poeti sono anche grandi mistici: Bastâmi, Attar, Rumi, Al Hallag, Hafez di Shiraz, Sanai di Ghazna e altri ancora. Poeti che sposarono i temi della salvezza dell’anima umana nei loro componimenti. In questi sono ben evidenti tracce tematiche dantesche. Sono evidenti le somiglianze figurative e tematiche con le tre cantiche della Commedia del maestro fiorentino. La poesia della Persia

medievale spesso non ha alcun colorito locale o religioso né assume finalità politiche; è un puro invito a mettere in gioco sé stessi e

perdersi nell’amore divino, a qualunque fede religiosa si

appartenga.

La poesia dei Sufi intende esprimere l'Amore divino, la vicinanza con l'Amato o il Diletto, l'estinzione (fanâ), la permanenza (baqâ) in Lui, il mistero che é oltre il dire oppure il senso di distacco, di separazione dall'Amato: senso illusorio che il poeta cerca assolutamente di trascendere.

Ogni amante, in effetti, mal sopporta la separazione o la lontananza dall'Amato. Ogni amante, ogni ricercatore spirituale ha un moto nel cuore, una vibrazione, un palpito che si traduce in parola, parola chiave che, sorretta dall'ispirazione
(...l'Arcangelo Gabriele ti sostiene...) apre la porta alla realtà ineffabile delle sue esperienze interiori, al segreto del Divino in noi.

Con versi rimati, ritmati, melodici, l'intimità più profonda ne viene toccata.
Il poeta sufi non é tanto interessato ad una letteratura fine a se stessa, egli cerca il Vero (Al-Haqq) ed esprime così la sua piena realizzazione. Il mezzo per comunicare l'incomunicabile é la sua poesia. Poesia composta di parole spesso pronunciate in stato di ebrezza (jadhb: attrazione nel Divino), di frasi estatiche inebriate da un vino dolce che portano chi le pronuncia e chi le ascolta a quel limite estremo che c'è fra l'umano e il Divino, e ancora oltre, dove il sale, lo zucchero o il miele disciolti nell'acqua diventano l'acqua.

Chi ama totalmente il Vero s'annulla in Lui e quasi eccede nel suo linguaggio traboccante d'Amore, d'Unione e d'Unità. La Presenza divina in Lui domina la sua lingua; similmente ad un profeta non é più lui a parlare ma Lui!

La poesia del santo é l'ora o l'istante della sua sincerità.   Il santo terrà segreti i Suoi segreti o, in accordo con il destino segnatogli da Dio, pubblicamente li manifesterà.

La poesia del Sufi é parola rivolta all'Unico, é preghiera e dialogo con l'Unico, é coscienza ed intuizione che il suo Signore, il suo Sè é presente ed attivo nel ventricolo del suo cuore.

I simboli presenti nella creazione si dispiegano al suo sguardo per lasciar scorgere Lui, l'Unico Autore: egli legge il Suo Libro, egli ode il Suo Linguaggio.

I Sufi sono maestri del velamento e dello svelamento, del simbolismo e della metafora, velano l'essenza ed al tempo stesso la svelano.

Il vino é uno dei temi ricorrenti della poesia sufi dove l'ebrezza é lo stato di colui che non é più presente a sè stesso perchè completamente assorto nella Visione, da Dio attratto (jadhb) alla Sua Presenza.
Altra tema  ricorrente é quella dell'amore terreno (famosissima é la storia di Layla e Majnun di Nizâmi dove l'intensità  del fuoco  dell'amore fisico o la sofferenza per la lontananza altro non sono che la metafora di quell'amore ('ishq) che fa ardere il cuore di chi anela a Dio, senza alcun'altro desiderio, pensiero, intenzione che non sia l'incontro con l'Amato.

Sebbene i Sufi sono sempre stati criticati da ortodossi esternalisti per queste metafore di sapore profano, vi é dietro a questo naturalmente anche un'intento finemente didattico:
da cosa siamo attratti noi, dalla Visione divina o dalle illusioni del mondo?
Quale fuoco d'amore arde nel nostro cuore? Quello per le cose del nostro limitato orizzonte o vi é in noi la ricerca di qualcosa più nobile e più elevato?
Se il nostro cuore può amare fino alla follia una donna (o un uomo), cosa dovrebbe provare nei confronti del Creatore dell'Amore e della Bellezza?

Alcuni fra i grandi santi furono anche grandi poeti:
Jalaluddin Rumi, Fariduddin Attar, Firdausi, Sa'adi, Hafiz, Sana'i.
Rumi scrisse, fra l'altro, il Mathnawi, una serie di racconti, favole, aneddoti, epica cavalleresca sempre con un sottile insegnamento morale; nel mondo sufi  turco-persiano è considerato il libro più importante dopo il Corano e le Hadith.
Fariduddin Attar scrisse "Il poema celeste" ed il "Cantico degli uccelli".

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Scrisse Sanaì:

Questi stolti eruditi, questi ladri e borsaioli:
usano ciò che hanno imparato per brigantaggio!!!
Ascoltatemi, signori del linguaggio:
è meglio colmare il vostro cuore di luce
piuttosto che di centomila parole;
quando tacete, siete l'eloquenza stessa;
quando aprite bocca, farfugliate sol bugie.