Set 05, 2018 11:46 CET
  • Iraniani Famosi (104): Bidel Dehlavi’

Amici, in queste settimane vi stiamo parlando dei grandi della Persia che hanno vissuto o avuto a che fare con l’India, terra che parlò il persiano per secoli. Da questa settimana iniziano a parlarvi del famosissimo poeta Bidel Dehlavi’.

 Mawlānā Abul-Ma'āni Mirzā Abdul-Qādir Bēdil, noto anche come Bidel Dehlavi, nacque nel 1644; è stato un poeta persiano, nato in India da una famiglia di origini centroasiatiche. Viene considerato il massimo poeta di lingua persiana in grado di aver influenzato sia il manierismo delle zone culturali iraniche sia l'evoluzione delle liriche indo-musulmane.

La città dove secondo la maggior parte delle fonti, nacque Bēdil si chiamava ai suoi tempi Azimabad, mentre oggi è nota come Patna, e si trova nella regione indiana del Bengala. Secondo altre fonti sarebbe invece nato a Khwaja Rawash, nei pressi di Kabul in Afghanistan.

Trascorse tutta la sua vita nel subcontinente indiano, come testimoniato dai ricordi autobiografici denominati Cahar 'Unsur ("I quattro elementi") composti nel 1684, inerenti sia gli avvenimenti biografici dell'autore sia le esperienze interiori dello stesso.

Venne educato dallo zio Mirza Qalandar, in quanto rimase orfano di padre sin dalla tenera età. Lo zio preferì seguire i suoi sistemi didattici ed educativi, tendenti ad una istruzione indipendente e ad una formazione intellettuale libera piuttosto che affidarsi alle tradizionali istituzioni religiose.

Questo tipo di educazione e istruzione non impedì a Bēdil di conoscere i vari dettami religiosi e nemmeno di seguirli, dato che venne iniziato al sufismo dal Maulana Saih Kamal e dopo l'incontro avvenuto con il santo Saih ABu'l-Qasim Tirmizi nella località di Orisa, approfondì ulteriormente le sue esperienze religiose ed abbandonò, sotto consiglio del santo, gli studi in legge che stava portando avanti con l'altro zio Mirza Zarif. Il percorso spirituale di Bēdil si caratterizzò per una marcata personalizzazione, evidenziata dai cinque anni di ritiro meditativo e mistico trascorsi a Delhi, dal 1665 al 1670, simboleggiati dagli incontri con il misterioso maestro Sah-i Kabuli.

Rientrato nel mondo quotidiano e materiale, si sposò e per tre anni si mise al servizio del principe A'zam Sah, figlio dell'imperatore Mogul Aurangzeb, dopodiché preferì condurre una vita vagabonda riempita da impegni letterari, spirituali e sociali fino a stabilizzarsi nell'ultimo periodo a Delhi.

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Cari amici continueremo a parlarvi di Bidel Dehlavi nella prossima puntata ma prima di lasciarvi, vogliamo invitarvi ad ascoltare un passo di una sua opera, in modo che possiate rendervi conto dello stile letterario di questo grande poeta persiano. La traduzione del brano e’ del noto iranista italiano Alessandro Bausani.

Dovunque un trita-polvere prepara collirio per l'occhio, non passare ignaro di lì, che (su quella polvere) già cadde (regale) corona.Dall'atomo al Sole tutto è manifestazione di conoscenza, ma a che giova? Gli occhi degli uomini ignari non sanno guardare.S'agita un mondo che porta a cavalcioni Illusione; chi v'è che capisca che s'è messa in viaggio anche la Mèta?