Iraniani Famosi (172): Qotb eddin Shirazi
Cari amici oggi vi parliamo di un famoso mistico islamico o sufi, ossia il persiano Bayazid Bastami’.
L’iraniano famoso di oggi e’ Tayfur Abu Yazid al-Bistami, conosciuto anche come Bayazid Bastami’, vissuto tra l’804 e l’874, uno dei piu’ grandi maestri sufi della storia dell’Islam. Il sufismo, e’ la corrente mistica dell’Islam che si sviluppo’ proprio a partire dalla Persia e soprattutto in seno alla fede sciita. I sufi, appartenenti a diversi 'ordini' (comunità formatesi attorno a un maestro), si riuniscono per sessioni spirituali (majālis) in luoghi d'incontro detti zawiya, khanqa o tekke. La tradizione sufi afferma che il movimento nacque da fedeli musulmani e compagni del Profeta (detti ahl al-ṣuffa, cioè 'quelli della panca'), i quali si riunivano per recitare il dhikr nella moschea del Profeta a Medina. Tutti gli ordini sufi ricollegano molti dei propri precetti agli insegnamenti di Muhammad (la pace sia con lui), così come tramandati da ʿAlī b. Abī Ṭālib, suo cugino e genero e legittimo successore del profeta, secondo gli sciiti. Tuttavia i musulmani Aleviti e Bektashi (e alcuni sciiti) affermano che ogni ordine sufi deriva dal lignaggio spirituale (silsila) dei dodici imam, le guide spirituali islamiche previste negli ḥādīth dei dodici successori: tutti discendenti del profeta Muhammad (la pace sia con lui) tramite Fāṭima e ʿAlī. Perciò, ʿAlī viene considerato il 'padre del sufismo’.
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Il precursore di al-Basṭāmi, Dhu l-Nun al-Misri (morto nell'859) formulò la dottrina della maʿrifa (gnosi), formulando un sistema che aiutava la comunicazione tra Shaykh (la guida) e murīd (il discepolo, l'iniziato). Al-Bisṭāmi fece un passo ulteriore ed enfatizzò l'importanza dell'estasi, che lui chiamò l'ubriacatura (sukr o wajd), un mezzo di annullamento del sé alla presenza di Dio. Prima di lui, il sufismo era basato principalmente sulla pietà e l'obbedienza, Basṭāmi giocò un ruolo fondamentale nel porre il concetto di amore divino al centro del sufismo. Bayazid Basṭāmi fu il primo a parlare apertamente di «annullamento del sé in Dio» (fanāʾ fī Allāh ) e di «sopravvivenza attraverso Dio» (baqāʾ bi-Llāh). Le sue massime paradossali furono ampiamente diffuse ed esercitarono una attrattiva importante per gli studenti che desideravano comprendere il significato dell'Unicità dell'essere (waḥdat al-wujūd). Morì a più di settanta anni. Prima della morte, qualcuno gli chiese quanti anni avesse. Egli rispose: «Ho quattro anni. Per settanta ero offuscato. Mi sono accorto della foschia solo quattro anni fa”. Morto nell'874 è sepolto a Basṭām, in Iran. Nel 2010 e’ uscito il primo articolo in italiano sulle sue idee, a cura di Nahid Norozi: "Colloquio intimo con Dio". Nel 2018 e’ stata poi pubblicata un’opera molto piu’ voluminosa, sempre dalla stessa autrice, “Il libro della Luce. Fatti e detti di Abu Yazid al-Bistami”. Per farvi conoscere il suo linguaggio, vi proponiamo ora una delle sue considerazioni sul Signore.
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Contemplai il mio Signore con l'occhio della Certezza, allorché Egli mi ebbe distolto da tutto ciò che è altro da Lui, e illuminato della Sua luce. Egli mi fece allora conoscere le meraviglie del Suo segreto, rivelandomi la Sua ipseità (il Suo Sé). Io contemplai il mio io attraverso la Sua ipseità. La mia luce impallidì di fronte alla Sua luce, la mia forza venne meno di fronte alla Sua forza, la mia potenza di fronte alla Sua potenza. Così io vedevo il mio io attraverso il Suo Sé. La grandezza che mi attribuivo era in realtà la Sua grandezza; il mio progredire era il Suo progredire.