Iraniani Famosi (184): Mulla Sadra (p.5)
Cari amici, nel corso della puntata precedente abbiamo iniziato la presentazione di uno dei famosi filosofi del periodo Safavide, ossia Mulla Sadra, vissuto a cavallo tra il 16esimo e 17esimo secolo.
Il persiano famoso di cui vi parliamo in queste settimane è Ṣadr ad-Dīn Muḥammad Shīrāzī, passato alla storia come Mulla Sadra, colui che secondo lo studioso Oliver Leaman, fu probabilmente il filosofo più importante e influente del mondo musulmano negli ultimi quattrocento anni.
Abbiamo concluso la puntata precedente col famoso ragionamento di questo studioso, in sette punti, sull’esistenza di Dio. Oggi esaminiamo il suo pensiero sul causalismo e la verità.
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Sadra ha sostenuto che tutti gli esseri contingenti richiedono una causa che determina il loro equilibrio tra l'esistenza e la non esistenza a favore della prima; nulla può venire all'esistenza senza una causa. Dal momento che il mondo è quindi subordinato a questo primo atto, non solo Dio deve esistere, ma Dio deve anche essere responsabile di questo primo atto della creazione.
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Sadra credeva anche che un regresso causale era impossibile perché la catena causale potrebbe funzionare solo con materia che ha avuto un inizio, una metà e una fine:
1) una causa pura all'inizio
2) un effetto puro all'estremità
3) un nesso causale e un effetto
Il Nesso causale di Mulla Sadra era una forma di Ontologia Esistenziale all'interno di un quadro cosmologico che l'Islam ha sostenuto. Per Mulla Sadra la "fine" causale è pura come il suo corrispondente "Esistente", che istruttivamente pone Dio sia all'inizio che alla fine dell'atto creativo. La capacità di Dio di misurare l'intensità della realtà esistenziale misurando le Dinamiche causali e la loro relazione con la loro origine, al contrario invece di conoscere i loro effetti, fornisce il quadro Islamicamente accettabile per il giudizio della realtà di Dio, senza essere contaminato dai suoi particolari. Questa è stata una soluzione ingegnosa a una domanda che aveva tormentato la filosofia islamica per quasi mille anni: come sia Dio in grado di giudicare il peccato senza conoscere il peccato?
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Per Mulla Sadra una vera dichiarazione è una dichiarazione che è fedele ai fatti concreti esistenti. Egli ha sostenuto una metafisica e non un'idea formale di verità, affermando che il mondo è costituito da oggetti indipendenti dalla mente che sono sempre veri e la verità non è ciò che è razionalmente accettabile all'interno di una certa teoria della descrizione. Nella visione di Mulla Sadra non si può avere accesso alla realtà dell'essere: solo l'analisi linguistica è disponibile. Questa teoria della verità ha due livelli: l'affermazione che una proposizione è vera se corrisponde alle cose in realtà; e che una proposizione può essere vera se è conforme con la cosa vera e propria.