Iraniani Famosi (187): Mulla Sadra (p.8)
Cari amici, il persiano famoso di cui vi parliamo oggi è Borzuyèh, medico persiano durante il regno del re sassanide Khosrau I.
Borzuyèh tradusse dal sanscrito in lingua pahlavi, Panchatantra, ma sia la sua traduzione che l'originale in sanscrito da lui utilizzato sono andati perduti. Prima della loro scomparsa, comunque, la sua versione in pahlavi venne tradotta in arabo da Ibn al-Muqaffa, con il titolo di Kalila e Dimna o Le favole di Bidpai e divenne il più grande libro in prosa in arabo classico. Il libro contiene delle favole in cui gli animali interagiscono, in modo complesso, trasmettendo insegnamenti e principi di politica. L'introduzione a Le favole di Bidpai o Kalila e Dimna presenta un'autobiografia di Borzuyèh. Accanto alle sue idee, cognizioni e sviluppo interiore, che conducono ad una pratica della medicina basata su motivazioni filantropiche, la ricerca delle verità da parte di Borzuyèh, il suo scetticismo verso il pensiero religioso e, in seguito, la sua ascesi, sono alcune caratteristiche lucidamente descritte nel testo. Esistono diverse discussioni sul fatto che Borzuyèh possa essere la stessa persona di Bozorgmehr. Mentre le fonti li indicano come due persone differenti, il termine "Borzūya" o potere, alcune volte è una forma abbreviata di Bozorgmehr. Bozorgmehr-e Bokhtagan noto anche come Burzmihr, Dadmihr e Dadburzmihr, è stato un politico persiano, ministro del re sassanide Kavadh I, quindi gran visir del figlio Khosrau I e infine capo dell’esercito sotto Ormisda IV. Secondo fonti persiane e arabe, era un uomo di "eccezionale saggezza e consigliere prezioso". Il suo nome appare in diverse opere importanti in letteratura persiana, soprattutto nello Shahnameh. Lo storico Arthur Christensen ha ipotizzato che Bozorgmehr possa essere la stessa persona di Burzoe il medico, ma studi storiografici di letteratura persiana post sassanide, e analisi linguistiche non concordano con questa ipotesi. Comunque, il termine "Borzūya" può talvolta essere considerato un'abbreviazione di Bozorgmehr.
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Bozorgmehr viene menzionato per la prima volta nel 498, come uno dei nove figli del potente nobile Sukhra. Dopo che Kavadh I reclamò il trono sassanide per il suo giovane fratello Djamasp, nominò Bozorgmehr come suo ministro. Dopo la morte di Kavadh, suo figlio, Khosrau I, nominò Bozorgmehr suo gran visir. Durante il regno del figlio di Khosrau, Ormisda IV, Bozorgmehr venne nominato sepahbod del Grande Khorasan. Secondo Ferdinand Justi, Bozorgmehr venne poi ucciso per ordine di Ormisda IV. Un primo accenno a Bozorgmehr si trova su Aydāgār ī Wuzurgmihr, nel quale viene chiamato argbed — titolo di grado elevato all'epoca dell'impero sassanide. In altre fonti, altra menzione si trova più tardi su Shahnameh, su Ḡorar di Ṯaʿālebī e Morūj di Masʿūdī. Molti trattati in lingua pahlavi vennero scritti da Bozorgmehr. IL più famoso è Wizārišn ī čhatrang ("Trattato di scacchi"), noto anche come Chatrang Nama ("Libro degli scacchi"). Ma anche: Ayādgār ī Wuzurgmihr ī Bōxtagān, Ketāb al-zabarj (la versione originale era un commento sull'astrologia di Vettio Valente), Ketāb Mehrāzād Jošnas ("Libro di Mehrāḏar Jošnas") e Ẓafar-nāma ("Libro della vittoria", un libro scritto in lingua pahlavi, tradotto poi in persiano moderno da Avicenna.