Ago 11, 2019 12:41 CET
  • Donne in Occidente (40):donne in filosofia

Le donne costituiscono la metà della popolazione mondiale e sono  protagoniste indiscusse dello sviluppo della cultura e della civilta'.

Nel corso dei secoli, la donna ed il suo rapporto con l’uomo è stato oggetto di diverse analisi e interpretazioni. Anche nella filosofia occidentale la condizione della donna è uno degli argomenti tanto discusso.

Nelle puntate precedenti abbiamo parlato dell’immagine della donna nei pensieri dei filosofi più noti e conosciuti dell’Occidente, tra cui  Aristotele, Jean-Jacques Rousseau, Kant e Hegel.

Molti filosofi e pensatori dell’Ottocento e Novecento guardavano la donna con sospetto.

La misoginia di Shopenhauer, il filosofo tedesco, uno dei maggiori pensatori del XIX, è risaputa e incredibile per luoghi comuni insultanti e volgari su donne.

Nelle sue due opere dedicate a questo argomento Shopenhauer afferma che le donne sono stupide/ frivole/ disoneste/ interessate; inoltre dice che non devono essere definite “il bel sesso”, perchè sono brutte…

Il filosofo afferma che la bellezza della donna agli occhi degli uomini risiede nell'istinto sessuale. Afferma inoltre che la donna appartiene al “secondo sesso” che da ogni punto di vista è inferiore all'uomo e quindi quest'ultimo deve essere comprensivo nei suoi confronti; aggiunge, poi, che l'uomo è diretto in tutto a differenza della donna che è completamente l'inverso.

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Schopenhauer nel suo saggio “l'arte di trattare le donne o discorso sulle donne”, dopo essersi cimentato sulla natura della donna,  inizia a trattare la differenza tra i due sessi: l'uomo e la donna. Afferma che la natura quando ha diviso i due sessi non l'ha tagliati proprio nel mezzo, donando così al primo sesso, quello maschile, forza e bellezza e al secondo, quello femminile, bellezza frivola e poco duratura.

Accanto all'onore vi è l'amore per i figli, qui il filosofo afferma che l'uomo è assai più affettuoso verso i figli rispetto alla donna; perché l'amore della donna è puramente fisico e istintivo, mentre quello dell'uomo è più solido perché ha origine dalla metafisica, cioè, dal riconoscimento del figlio.

La parte che più interessa è la funzione della donna secondo Schopenhauer.

Lui parla ancora dei compiti della donna. In evidenza vi è subito la gravidanza, che precede l'umiltà (del dolore del parto) e la pazienza (dell'essere sempre serena accanto all'uomo). Secondo l'autore le donne sono destinate alla “propagazione del genere umano” e all'obbedienza. Riguardo al secondo punto egli afferma che le donne sono state create con lo scopo d'obbedire, perché appena si trovano in condizione d'indipendenza esse ricercano subito un uomo per unirsi.

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Nella sua opera egli afferma che l'uomo dovrebbe sostituire la donna di cui è stanco, perché è stato vittima di un inganno; durante la vita di coppia, gli viene sottratto a poco a poco tutto. L'uomo deve essere poligamo perché potrebbe essere tradito dalla donna in qualsiasi momento; l'unica pecca però è che al posto di una suocera, l'uomo ne acquisterà circa dieci.

Per quanto riguarda i diritti della donna Schopenhauer inizia a trattare anche dell'inferiorità dell'intelletto femminile. Infatti, afferma il filosofo, che quando le leggi hanno donato alle donne gli stessi diritti dell'uomo, avrebbero dovuto donarle anche la stessa intelligenza.

Per lui l'unica arte della donna è la civetteria. Egli parla dell'egoismo delle donne rispetto ai loro simili, alla loro inferiorità nella società, nella giustizia, nella coscienziosità, nell'onestà, alla loro infedeltà rispetto ai giuramenti giudiziari e alla loro ignoranza rispetto ai princìpi fondamentali. Ne fa colpa della rovina della società del suo tempo. S'associa, poi, nuovamente ad Aristotele quando spiega nella “Politica” che la decadenza di Sparta fu dovuto alle concessioni che gli spartani diedero alle donne.