Set 04, 2019 12:34 CET
  • Donne in Occidente (42):Stuart Mill, un filosofo femminista?

Le donne costituiscono la metà della popolazione mondiale e sono  la protagoniste della costruzione della civilta' umana.

Nelle puntate precedenti abbiamo parlato dell’immagine della donna nei pensieri dei filosofi più noti e conosciuti dell’Occidente, tra cui Aristotele, Jean-Jacques Rousseau, Kant, Hegel e Shopenhauer. Abbiamo visto che molti filosofi e pensatori dell’Ottocento e del Novecento guardavano la donna con sospetto e a volte anche con misoginia o attribuivano luoghi comuni insultanti e volgari alle donne.

Come abbiamo già detto John Stuart Mill, filosofo ed economista britannico , fu uno dei primi filosofi occidentali a trattare la parità del diritto tra la donna e l’uomo. Lui era contrario alla teoria aristotelica  ed a quella di Rousseau sulla donna.

 Secondo Mill la subordinazione legale della donna all’uomo è ingiusta e contraria al progresso. Essa inoltre non è fondata che sulla sua inferiore forza fisica e sui pregiudizi degli uomini. Ecco le affermazioni di questo filosofo britannico:“la legale subordinazione della donna all’uomo, principio delle relazioni attualmente esistenti tra i due sessi, è, a mio credere, ingiusta per sé stessa, ed uno dei principali ostacoli che al presente si oppongono al progresso dell’umanità, tal che una perfetta eguaglianza senza potere né privilegio da un canto, e senza incapacità dall’altro vuolsi a quella sostituire.”

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Mill ancora prosegue:”d’altronde l’adozione del regime di ineguaglianza non fu mai il risultato di una deliberazione, né del pensiero libero, né di una teoria sociale, né di una conoscenza qualunque di mezzi idonei ad assicurare il benessere dell’umanità provvedendo al buon ordine sociale. Sorgeva questo regime esclusivamente dal fatto che fin dai primordi della società umana ogni donna, e per la considerazione in cui dagli uomini era tenuta, e per la stessa sua inferiorità in quanto a forza muscolare, si trovò sottomessa all’uomo. E poiché le leggi ed i sistemi sociali incominciano sempre dal riconoscere i rapporti esistenti fra le persone, ciò che nel bel principio non fu che un mero fatto brutale divenne poscia un diritto legale, sanzionato dalla società e mantenuto e protetto dall’autorità pubblica subentrata ai conflitti senza ordine e senza freno della forza fisica.”

Anche se nell’Ottocento e prima di Mill certe figure come, Mary sthell e Mary Wollstonecraft in Gran Bretagna scrissero diversi manuali contro la disuguaglianza tradonne ed uomini, però furono I pensieri di Staurt Mill a influnenzare notevolmente l’ideologia e la filosofia del femminismo.

Infatti non c’è conquista del movimento femminista del Novecento che Mill non abbia anticipato o a cui non abbia fornito motivazioni. Per una qualche ironia della sorte, non poche protagoniste del «pensiero femminile» hanno finito per rinfacciare al filosofo britannico di aver trascurato «la differenza di genere», perseguendo solo un ideale di astratta eguaglianza. Però nel saggio Sull’asservimento delle donne l’eguaglianza non annulla la differenza, ma le consente «di esprimersi senza essere trasformata in ragione di discriminazione». Per Mill «l’opposto dell’eguaglianza erano dunque la gerarchia e il privilegio, non la differenza». 

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Di qui il significato di quel suo saggio: difendendo l’idea di uguali opportunità lavorative per il preteso gentil sesso, Mill contrastava la cosiddetta tirannia della maggioranza, ovvero che «la maggioranza debba imporre leggi alle azioni individuali della minoranza». Infatti, sarebbe stata una forma di oppressione anche l’imposizione della volontà di una «maggioranza» di donne che avesse scelto la vita domestica sulla «minoranza» che avesse, invece, preferito una professione lavorativa fuori della famiglia.

Mill comunque ritiene di dover trattare congiuntamente la capacità civile e politica della donna, assicurando i suoi lettori sul fatto che dare alle donne libertà di scelta non si tradurrà in alcuno modo come la distruzione della famiglia. L’autore ritiene infatti che, comunque, la donna sceglierà di educare i figli, piuttosto che cercare un lavoro. È però da affermazioni come queste che alcuni studiosi fanno discendere la contraddittorietà del suo pensiero femminista. 

Questo pensiero di Mill è stato poi criticato dai noti personaggi del movimento femminista tra cui Susan Moller Okin, una delle principali protagoniste del pensiero femminista americano.