Iraniani Famosi (223): Tirmidhi
Cari amici, in questa puntata vi parliamo di Tirmidhi, studioso e giurista persiano del nono secolo.
Abū ʿĪsā Muḥammad ibn ʿĪsā Ibn Sawra ibn Mūsā ibn al-Dahhāk al-Sulamī al-Tirmidhī, semplicemente noto come Tirmidhi, è stato un giurista persiano, vissuto tra l’825 e l’892d.C. Fu un grande tradizionista islamico transoxiano, nato e vissuto a Tirmidh, l'attuale città uzbeca di Termez. Cercò, studiò e riunì ʾaḥādīth, diventando l'autore di uno dei rinomati al-Kutub al-Sitta (Sei libri). Nel diritto islamico sunnita, i Sei libri (in arabo: ﺍﻟﻜﺘﺐ الستة al-Kutub al-sitta) sono le principali opere di tradizioni storico-giuridiche (ḥadīth[3]) registrate da musulmani; per importanza subito dopo il Corano, il Testo Sacro dell'Islam, questi libri (ne) integrano la sharīʿa. Gli autori delle opere sono i seguenti: Bukhārī, Muslim ibn al-Hajjāj, Abū Dāwūd al-Sījistānī, al-Tirmidhī, Ibn Māja e al-Nasāʾī. Un pregio singolare è riconosciuto alle opere dei primi due, ambedue chiamate al-Jāmiʿ al-ṣaḥīḥ ("La sana raccolta", "La corretta raccolta"), tanto da essere ricordate col duale arabo Ṣaḥīḥānī (I due Ṣaḥīḥ); come pure i loro autori: al-Shaykhānī (I due shaykh). Gli sciiti aggiungono altre opere di hadīth (i Quattro libri), fra cui quelle di Abū Jaʿfar Muḥammad b. Yaʿqūb al-Kulaynī, di al-Bābūya al-Qummī o di Abū Jaʿfar Muḥammad b. al-Ḥasan al-Ṭūsī. Tornando a Tirmidhi, egli scrisse in tutto nove libri, fra cui l'al-Jāmiʿ al-ʿIlal e gli Shamāʾil sono considerati i più famosi. Dei suoi lavori ne sopravvivono solamente quattro.
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Nacque in una famiglia numerosa e in età avanzata venne improvvisamente colpito da cecità per il aver troppo sforzato gli occhi per lo studio. Viaggiando per il Khorāsan (regione situata nella parte orientale dell'Iran), l'Iraq e l'Hijāz (situata nella parte occidentale dell'Arabia Saudita) alla giovane età di vent'anni conobbe celebri figure, considerate fautrici della religione islamica, come Qutayba ibn Sa'id, al-Bukhari e Abu Dawud al-Sijistani dei quali fu allievo. La sua raccolta l'al-Jāmiʿ al-Ṣaḥīḥ - considerata quarta dopo quelle di al-Bukhari, Muslim e Abū Dāwūd - comprende 3956 tradizioni. Come altri tradizionisti, al-Tirmidhī incluse numerosi ʾaḥādīth, preceduti da un isnād incompleto, rendendosene personalmente garante. Pur con questo "vizio", essi sono accettati come veridici, almeno dalla scuola sunnita. Al-Tirmidhī sperimentò tra l'altro un metodo di classificazione di ʾaḥādīth (identificando quelli ṣaḥīḥ, cioè "sani", quelli ḥàsan, cioè "buoni" e quelli gharīb, cioè "strani"), che egli tuttavia usa in modo non sempre esente da contraddizioni, suscitando critiche e stupore tra i suoi colleghi tradizionisti, di cui si ha notizia nel lavoro di ʿAbd al-Rahmān b. Ahmad b. Rajab al-Hanbalī: lo Sharh ʿilal al-Tirmidhī. Compose inoltre un'opera relativa ai difetti (ʿilal) che frequentemente possono essere riscontrati nei ʾaḥādīth. Al-Tirmidhī riunì ugualmente una serie di tradizioni aventi come oggetto le caratteristiche del Profeta, avendo senza dubbio come riferimento la biografia del messaggero di Dio, scritta da Ibn Sa'd all'interno del Kitāb al-tabaqāt al-kabīr.