Il sentiero della luce (716)
Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l’interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l’ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.
Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Oggi concludiamo la lettura della sura Al-Ankabut (Il Ragno), la 29esima del sacro testo, meccana per la maggiorparte e composta da 69 versetti. Il nome della sura proviene dal 41esimo versetto, quando coloro che si rifugiano in altri all’infuori di Dio vengono paragonati al ragno che ha fatto per se una casa e la crede resistente. Ma ora ecco il versetto numero 67 dalla sura del Ragno: أَوَلَمْ یَرَوْا أَنَّا جَعَلْنَا حَرَمًا آمِنًا وَیُتَخَطَّفُ النَّاسُ مِنْ حَوْلِهِمْ أَفَبِالْبَاطِلِ یُؤْمِنُونَ وَبِنِعْمَةِ اللَّـهِ یَکْفُرُونَ Non vedono forse che abbiamo dato loro un [territorio] inviolabile, mentre tutt'attorno la gente è depredata? Crederanno dunque al falso e disconosceranno i favori di Allah?(29:67) Nel periodo in cui la razzia ed il saccheggio era all’ordine del giorno tra gli arabi, e i membri delle diverse tribù si attaccavano uccidendosi a vicenda, Dio aveva reso sicura ed inviolabile la città della Mecca. Anche perchè una volta un condottiero yemenita dal nome Abrahè, aveva cercato di conquistarla con un’armata di elefanti ma era stato punito con una pioggia di pietre lanciate dal cielo da stormi di uccelli. Il versetto chiede ai contemporanei del profeta se siano grati o meno per il dono della sicurezza dato loro e che se vogliano quindi essere riconoscenti a Dio o proseguire con l’adorazione delle statue insulse degli dèi. Da questo versetto possiamo trarre le seguenti conclusioni: 1) La sicurezza e’ uno dei grandi doni divini e ringraziare Dio per essa, e’ sinonimo di fede. 2) Il ricordo dei doni del Signore e’ un modo per invitare la gente all’adorazione dell’unico Dio. Ed ora leggiamo il versetto 68, il penultimo della sura del Ragno: وَمَنْ أَظْلَمُ مِمَّنِ افْتَرَى عَلَى اللَّـهِ کَذِبًا أَوْ کَذَّبَ بِالْحَقِّ لَمَّا جَاءَهُ أَلَیْسَ فِی جَهَنَّمَ مَثْوًى لِّلْکَافِرِینَ Chi è peggior ingiusto di colui che inventa una menzogna contro Allah o che smentisce la Verità quando essa gli è giunta? Non c'è forse nell'Inferno una dimora per i miscredenti?(29:68) Nella cultura umana, l’ingiustizia si palesa nelle relazioni sociali, precisamente laddove qualcuno inizi a calpestare i diritti altrui. Nella cultura religiosa, però, anche se questo stesso tipo di ingiustizia viene biasimato, ciò che si intende per ingiustizia e’ un qualcosa di più generale; si intende soprattutto l’ingiustizia nei confronti di Dio, ovvero l’adorazione di persone o cose all’infuori di Lui. Ciò e’ una forma di ingiustizia perchè e’ chiaro che nessuno tranne Dio merita di essere adorato; l’altra espressione dell’ingiustizia, nel suo senso religioso, e’ tacciare di menzogna i profeti divini; ciò perchè costoro hanno profuso grandi sforzi per la guida dell’uomo e la loro presenza sulla terra e’ stato un dono divino. E’ chiaro che se l’ingiustizia nei confronti delle persone semplici viene punita nell’altra vita, quella nei confronti dei profeti e di Dio stesso avrà una punizione ancor più dura. Bisogna anche ricordare che l’idolatria, non e’ solo quella delle persone che adorano le statue. Una persona che pensa solo ad un qualcosa al punto di adorarla, in pratica commette lo stesso peccato. Ci sono quindi gli adoratori di soldi, coloro che adorano la carriera, coloro che adorano i loro piaceri ed ecc... Anche i fedeli sono minacciati da questi tipi di idolatria e quindi non devono mai sentirsi al sicuro e devono cercare di ripulire l’anima da tutto ciò che li distoglie dal ricordo di Dio. Da questo versetto apprendiamo che: Primo – Il peggior tipo di ingiustizia e’ quella culturale, quella in cui le idee giuste vengono soppresse e rinnegate e sostituite dalle nozioni false ed inesatte. Le persone ingiuste che rinnegano la verità, naturalmente non saranno mai disposte ad arrendersi al verdetto della giustizia. Secondo – Aggiungere qualcosa alla religione o introdurre in essa i propri gusti e’ un qualcosa di illegale ed una sorta di calunnia nei confronti di Dio. Bisogna essere sottomessi agli ordini della religione, e non cercare di cambiare la religione a nostro piacimento. Ed ora leggiamo il versetto numero 69, l’ultimo della sura del Ragno: وَالَّذِینَ جَاهَدُوا فِینَا لَنَهْدِیَنَّهُمْ سُبُلَنَا وَإِنَّ اللَّـهَ لَمَعَ الْمُحْسِنِینَ Quanto a coloro che fanno uno sforzo per Noi, li guideremo sulle Nostre vie. In verità Allah è con coloro che fanno il bene.(29:69) Questo versetto, l’ultimo della sura del Ragno, parla della questione dello sgorzo sulla via del Signore, ciò che viene detto jihad. Questo termine ha un significato molto esteso che può comprendere dallo sforzo per il non peccare fino allo zelo per la lotta contro i nemici. In pratica nella cultura islamica, la jihad viene suddivisa in jihad contro il nemico interno e contro il nemico esterno. Il fedele deve opporsi all’esterno del suo essere con i nemici del Signore ed all’interno del suo essere con le sue voglie basse. Un’altro concetto sul cui si sofferma il versetto e’ lo zelo per amore di Dio. Molti combattono e si impegnano, ma magari per diventare famosi o per questione di soldi e di potere. Ciò non viene accettato da Dio come buona azione; affinchè venga riconosciuta come jihad, un’azione deve tener presente solo la soddisfazione del Signore. Il versetto poi ricorda che sulla via dei fedeli ci saranno sicuramente dei problemi e che per questo Dio promette di guidare sulla giusta via e quindi di aiutare coloro che si batteranno per Lui. Da questo versetto possiano trarre la seguente conclusione: Primo – Dio, oltre alla guida generale che ha dato agli uomini con la creazione, guida in maniera particolare e specifica le persone che si impegnano sulla sua via e che sono meritevoli. Secondo – Dio ci aiuta in maniera particolare nelle buone azioni che abbiamo iniziato e non ci abbandona mai. Terzo – Dio e’ come se ci prendesse per mano quando stiamo compiendo un qualcosa di giusto, che compiamo per suo piacere e per suo amore. Davood Abbassi