Dic 25, 2016 10:19 CET

Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l’interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l’ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.

Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso.

Abbiamo iniziato la scorsa puntata la lettura della sura Al-Ankabut (Il Ragno), la 29esima del sacro Corano, meccana per la maggiorparte e composta da 69 versetti. Il nome della sura proviene dal 41esimo versetto, quando coloro che si rifugiano in altri all'infuori di Dio vengono paragonati al ragno che ha fatto per se una casa e la crede resistente.

Ma ora ecco i versetti numero 8 e 9 della sura del Ragno:

وَوَصَّیْنَا الْإِنسَانَ بِوَالِدَیْهِ حُسْنًا وَإِن جَاهَدَاکَ لِتُشْرِکَ بِی مَا لَیْسَ لَکَ بِهِ عِلْمٌ فَلَا تُطِعْهُمَا إِلَیَّ مَرْجِعُکُمْ فَأُنَبِّئُکُم بِمَا کُنتُمْ تَعْمَلُونَ

Ordinammo all'uomo di trattare bene suo padre e sua madre; e: "...se essi ti vogliono obbligare ad associarMi ciò di cui non hai conoscenza alcuna, non obbedir loro". A Me ritornerete e vi informerò su quello che avete fatto. (29:8)

وَالَّذِینَ آمَنُوا وَعَمِلُوا الصَّالِحَاتِ لَنُدْخِلَنَّهُمْ فِی الصَّالِحِینَ

E coloro che credono e compiono il bene, li faremo entrare tra i devoti. (29:9)

Agli albori dell'Islam, alcuni dei più giovani avevano accettato l'invito ad adorare l'unico Dio, abbandonando il politeismo. I genitori di questi giovani però erano ancora idolatri e chiedevano ai loro figli di rinunciare alla fede. Alcune madri si rifiutavano di mangiare per mettere i figli sotto pressione psicologica ed indurli a ritornare ad essere pagani. Questi versetti si rivolgono ai giovani del periodo del profeta ed in genere ai giovani musulmani e ricordano che salvaguardare la fede è più importante della soddisfazione dei genitori ma sottolineano pure che anche nel caso in cui i genitori seguano una religione diversa, e' doveroso rispettarli, amarli e prendersi cura di loro. Tutte le azioni degli uomini, ricorda il Corano, verranno registrate e ognuno dovrà rispondere di queste nell'altra vita; nell'altra vita saranno accanto ai devoti ed ai credenti, ribadisce il Corano, solo coloro che avranno creduto ed avranno compiuto buone azioni.

Da questi versetti apprendiamo che:

Primo – Fare del bene ai genitori, e' una questione umana e senza condizioni e senza se e ma; che siano credenti o meno, bisogna rispettarli e fare loro del bene.

Secondo – L'invito a credere in altre divinità oltre che in Dio e' un qualcosa di irrazionale, dato che non si basa su alcun fondamento scientifico o logico.

Terzo – I figli devono essere liberi nella scelta della loro via nella vita. I genitori non possono imporre loro di percorrere una via specifica.

Ed ora passiamo ai versetti 10 e 11 della sura del Ragno:

وَمِنَ النَّاسِ مَن یَقُولُ آمَنَّا بِاللَّـهِ فَإِذَا أُوذِیَ فِی اللَّـهِ جَعَلَ فِتْنَةَ النَّاسِ کَعَذَابِ اللَّـهِ وَلَئِن جَاءَ نَصْرٌ مِّن رَبِّکَ لَیَقُولُنَّ إِنَّا کُنَّا مَعَکُمْ أَوَلَیْسَ اللَّـهُ بِأَعْلَمَ بِمَا فِی صُدُورِ الْعَالَمِینَ

Fra gli uomini vi è chi dice: "Noi crediamo in Allah"; ma non appena soffrono[per la causa di] Allah, considerano la persecuzione degli uomini un castigo di Allah. Quando giunge poi l'ausilio del loro Signore, dicono: "Noi eravamo con voi!". Forse, che Allah non conosce meglio cosa c'è nei petti delle creature? (29:10)

وَلَیَعْلَمَنَّ اللَّـهُ الَّذِینَ آمَنُوا وَلَیَعْلَمَنَّ الْمُنَافِقِینَ

Allah conosce perfettamente i credenti e perfettamente conosce gli ipocriti. (29:11)

Quì si parla di un gruppo di fedeli che sono credenti solo quando stanno bene ed ogni volta che dinanzi a loro si presentano problemi, rinunciano facilmente alla fede ed al sostegno degli altri credenti; quando però i fedeli ottengono nuovamente il trionfo, loro sostengono di essere sempre stati dalla parte dei credenti. Il versetto numero 11 ribadisce che Dio conosce a fondo ciò che gli uomini sentono al proprio interno e sà quali persone sono disposte a dare persino la vita per la fede e chi invece, dinanzi alle avversità, e' disposto a tirarsi indietro.

Da questi versetti apprendiamo che:

Primo – La fede di alcune persone si limita solo al linguaggio e non e' sentita veramente nel cuore. Per questo non dobbiamo fidarci delle dichiarazioni di fede di tutti, dato che la vera fede la si può osservare solo nei momenti di grande difficoltà.

Secondo – Gli ipocriti sono persone opportuniste che scappano nel momento del pericolo e del bisogno e che però sono pronti a salire sul carro dei vincitori nei momenti di benessere.

Ed ora leggiamo i versetti 12 e 13 della sura al Ankabut o del Ragno:

وَقَالَ الَّذِینَ کَفَرُوا لِلَّذِینَ آمَنُوا اتَّبِعُوا سَبِیلَنَا وَلْنَحْمِلْ خَطَایَاکُمْ وَمَا هُم بِحَامِلِینَ مِنْ خَطَایَاهُم مِّن شَیْءٍ إِنَّهُمْ لَکَاذِبُونَ

I miscredenti dicono a coloro che credono: "Seguite il nostro sentiero: porteremo noi [il peso del]le vostre colpe". Ma non porteranno affatto il peso delle loro colpe. In verità sono dei bugiardi. (29:12)

وَلَیَحْمِلُنَّ أَثْقَالَهُمْ وَأَثْقَالًا مَّعَ أَثْقَالِهِمْ وَلَیُسْئَلُنَّ یَوْمَ الْقِیَامَةِ عَمَّا کَانُوا یَفْتَرُونَ

 Porteranno i loro carichi e altri carichi oltre i loro. Nel Giorno della Resurrezione saranno interrogati su quello che inventavano. (29:13)

Gli associatori ed i miscredenti cercano di solito di distogliere i sinceri credenti dalla loro fede e fanno pure delle proposte per convincerli; dicono che se la loro miscredenza sarà veramente peccato, loro saranno disposti a prendersi la responsabilità dei loro peccati. Il Corano ricorda che affermazioni del genere sono insulse e che la giustizia divina implica che ognuno debba rispondere delle proprie colpe. In pratica, il peccato non e' come un peso che la gente possa portare e che qualcuno possa toglierci; se qualcuno, con le sue parole, riesce a deviare gli altri, verrà punito per la sua azione ma non verrà cancellata la colpa di coloro che lo hanno seguito.

Da questi versetti possiamo trarre molteplici conclusioni tra le quali citiamo le seguenti:

Primo – I nemici non sono mai disposti a lasciare in pace i credenti. Alcune volte si avvalgono di false promesse, in altri casi procedono direttamente alla tortura ed alle persecuzioni; i nemici della fede non tollerano il fatto che ci siano credenti e vogliono che tutti siano senza Dio come loro.

Secondo – Nella visione islamica del mondo, nessuno può prendersi la responsabilità dei peccati altrui, e non può, nemmeno volendo, farsi carico dei peccati degli altri.

Terzo – Chi distoglie le persone dalla retta via, dovrà rispondere di questo suo peccato ma ciò non significa che chi lo ha seguito non debba rispondere, a sua volta, dei propri errori.

Davood Abbasi

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