Il sentiero della luce (908)
Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l’interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l’ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.
Oggi concluderemo la lettura del quarantatreesimo brano del Corano, la sura Az-Zukhruf ("Gli Ornamenti d’Oro"). Questa sura è stata comunicata al nobile profeta dell’Islam negli anni di residenza alla Mecca e come le altre sure meccane, parla soprattutto di argomenti di base della fede come il Monoteismo, la Profezia e la Resurrezione. Comprende 89 versetti e inizia come, altre 28 sure del Corano con le “lettere separate”, come abbiamo spiegato, un segreto tra Dio ed il profeta.
Ecco ora il versetto numero 85 della sura Az-Zukhruf o degli Ornamenti d’Oro:
«وَتَبَارَکَ الَّذِی لَهُ مُلْکُ السَّمَاوَاتِ وَالْأَرْضِ وَمَا بَیْنَهُمَا وَعِندَهُ عِلْمُ السَّاعَةِ وَإِلَیْهِ تُرْجَعُونَ«
Sia benedetto Colui Cui appartiene la sovranità dei cieli, della terra e di quel che vi è frammezzo. Presso di Lui vi è la scienza dell’Ora. A Lui sarete ricondotti. (43:85)
In conformità ai concetti sottolineati anche prima in questa sura, questa parte finale enfatizza la Magnificenza di Dio e si sofferma sul fatto che tranne Egli, nessuno è degno dell’adorazione. Tutto il Creato è sottomesso alla sua volontà, Egli è il Re dei cieli e della terra e di ciò che sta in mezzo e nessuno all’infuori di Lui è il Padrone del Creato. Egli è il Creatore di ogni cosa e di tutte le regole e le leggi che dominano il fenomeno dell’esistenza.
Oltre a questo mondo materiale, anche l’aldilà è sottomesso al suo potere e solo Egli conosce l’Ora ultima. Dopo la morte, tutti torneranno verso il Creatore e sarà suo compito giudicare. Chi ambisce alla felicità di questa vita e dell’altra, deve percorrere la via indicata dai suoi profeti e messaggeri e allontanarsi da ciò che suscita la sua ira.
Dalla riflessione su questo versetto apprendiamo che:
Primo – L’inizio e la fine per gli uomini è lo stesso ed è Dio.
Secondo – Oltre a Dio, nessun altro conosce il momento esatto della fine del mondo e dell’arrivo del Giorno del Giudizio.
Ed ora leggiamo il versetto numero 86 della sura Az-Zukhruf o degli Ornamenti d’Oro:
«وَلَا یَمْلِکُ الَّذِینَ یَدْعُونَ مِن دُونِهِ الشَّفَاعَةَ إِلَّا مَن شَهِدَ بِالْحَقِّ وَهُمْ یَعْلَمُونَ«
Coloro che essi invocano all’infuori di Lui, non hanno alcun potere di intercessione, eccetto coloro che avranno testimoniato la verità con piena conoscenza. (43:86)
Ai tempi del profeta dell’Islam, alcune persone associavano l’adorazione di idoli e divinità all’adorazione del Dio Unico di Abramo perchè credevano che le divinità minori, potessero intercedere per loro nell’altra vita e attirare su di loro la Misericordia divina.
Questo versetto chiarisce che nel tribunale divino, vengono ammesse intercessioni, ma non certo quelle di divinità inesistenti. È possibile intercedere per il perdono di persone giuste che si sono comportate bene e hanno sostenuto la verità e la giustizia, e di solito sono i profeti e i prescelti di Dio che possono intercedere, ma solo ed unicamente con il permesso del Signore.
Dalla riflessione su questo versetto apprendiamo che:
Primo – Come il Pentimento, che è una via per il ritorno dal Signore, anche l’intercessione è una via attraverso alcuni possono trovare la salvezza, grazie ai profeti ed ai prescelti di Dio.
Secondo – Coloro che si trovano sulla via giusta, devono cercare di indirizzare pure gli altri nella direzione corretta; questo, in realtà, è un modo per intercedere per loro presso il Signore.
Ed ora leggiamo il versetto numero 87:
«وَلَئِن سَأَلْتَهُم مَّنْ خَلَقَهُمْ لَیَقُولُنَّ اللَّـهُ فَأَنَّى یُؤْفَکُونَ«
Se chiedi loro chi li abbia creati, risponderanno certamente: «Allah». Come possono allora allontanarsi da Lui? (43:87)
Come abbiamo spiegato prima, alcuni uomini del periodo del profeta dell’Islam, conoscevano bene il Dio unico presentato dal profeta Abramo e da altri profeti (la pace sia con loro), ma li attribuivano dei soci che erano stati inventati dalle genti col passare del tempo. Questo versetto del Corano ricorda che se a queste persone viene chiesto chi sia il Creatore del mondo e di loro stessi, rispondono subito che è stato “Allah”, ma nonostante ciò, adorano e chiedono aiuti a divinità insignificanti, rappresentate da statue, costruite dalla stessa mano umana.
Dalla riflessione su questo versetto apprendiamo che:
Primo – Persino i miscredenti dei tempi del profeta riconoscevano a Dio la Creazione, ma il loro principale problema ideologico era quello di aver messo accanto al Signore altri idoli e altre divinità.
Secondo – Ogni sorta di deviazione dal Monoteismo, è anche una deviazione dall’istinto e dalla natura insita dell’uomo.
Ed ora leggiamo i due versetti finali di questa sura, ovvero il numero 88 ed il numero 89:
«وَقِیلِهِ یَا رَبِّ إِنَّ هَـؤُلَاءِ قَوْمٌ لَّا یُؤْمِنُونَ»،
che non crede!», (43:88)
«فَاصْفَحْ عَنْهُمْ وَقُلْ سَلَامٌ فَسَوْفَ یَعْلَمُونَ«
[risponderà Allah]: «Allontanati da loro [o Muhammad] e di’: “Pace”. Presto sapranno» (43:89)
Nonostante gli sforzi del profeta Mohammad (la pace sia con lui e con la sua immacolata famiglia), per guidare gli associatori, alcuni di loro non accettarono la fede, anche se avevano capito che il profeta aveva ragione in tutto e per tutto. Infatti, accettare l’Islam, per quella gente, sarebbe stato eguale alla fine dei loro guadagni illegali, ed alla fine dei loro piaceri e godimenti ingiusti.
Dio, ordina quindi al profeta di abbandonare e non insistere con queste persone, dopo che esse hanno compreso il messaggio.
Bisogna salutare queste persone, dice il Corano al profeta, ma conclude la sura ricordando che presto questi individui avranno modo di scoprire le conseguenze del proprio fare.
Dalla riflessione su questi versetti apprendiamo che:
Primo – I leaders ed i capi religiosi non devono pretendere che tutta la gente accetti la fede.
Secondo – Quando qualcuno non vuole accettare la religione, non bisogna costringerlo e non bisogna implorarlo. Bisogna lasciarlo in pace e dargli la possibilità di scegliere liberamente.
Davood Abbasi