Ott 16, 2021 08:29 CET

Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l’interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l’ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.

 

Amici, anche questa settimana continuiamo con la lettura del quarantasettesimo brano del Corano, la sura Mohammad, che è il benedetto nome dell’ultimo Messaggero di Allah. Questa sura è stata dedicata per la maggior parte a offrire una visione comparativa tra i due gruppi dei credenti e i miscredenti dal punto di vista storico, comportamentale, spirituale, individuale e sociale. Risulta evidente da questi versetti che il dovere principale di ogni credente degno di questo nobile attributo è quello di indurre se stesso e gli altri uomini a conoscere Iddio Altissimo e i suoi messaggeri, senza però costringere nessuno ad adottare tale scelta, anche se questo venisse fatto con le migliori delle intenzioni.

 

E’ altrettanto ovvio che i miscredenti essendo sulla linea di ribellione e oscurità facessero di tutto per spegnere questa straordinaria fonte di luce tanto da rincorrere anche ai mezzi di guerra e di oppressione. Ed ecco come si dà l’inizio a una vera e propria guerra tra il bene e il male, tra il giusto e l’ingiusto, concetto ben spiegato in questa nobile Sura che comprende 38 versetti.

Oggi conosceremo meglio dal versetto 36 al versetto 38 di questa Sura coranica.

 

 

Ascoltiamo ora i versetti 36 e 37 della Sura Mohammad, sia lodato dal Signore:

إِنَّمَا الْحَيَاةُ الدُّنْيَا لَعِبٌ وَلَهْوٌ وَإِن تُؤْمِنُوا وَتَتَّقُوا يُؤْتِكُمْ أُجُورَكُمْ وَلا يَسْأَلْكُمْ أَمْوَالَكُمْ

La vita terrena non è altro che gioco e distrazione. Se invece credete e siete timorati, Egli vi darà il vostro compenso senza chiedere i vostri beni.”. (47:36)

 

إِن يَسْأَلْكُمُوهَا فَيُحْفِكُمْ تَبْخَلُوا وَيُخْرِجْ أَضْغَانَكُمْ

“Se ve li chiedesse con insistenza, vi mostrereste avari e fareste trasparire il vostro odio”. (47:37)

 

Dipendenza alla vita mondana e radicare le proprie radici nella vita terrestre è uno degli errori più gravi per gli molti uomini, i quali si illudono di avere le loro ricchezze per sempre e di poterne godere persino oltre il limite della loro vita. Un approccio così sbagliata oltre ad essere limitante crea delle dipendenze assurde a un elemento che per natura è destinato a esaurire. Ed è proprio per questo motivo che chi si lega profondamente alle ricchezze materiali non riuscirà mai abbandonarle neanche quando si presentano cause importanti e nobili come sostenere la Verità e la Giustizia.

Nella visione giusta di un uomo di fede invece la vita in questo mondo altro non è che una strada che ci conduce alla vita eterna, perciò non merita di vederla come un obiettivo ma soltanto uno stato di passaggio.

Da questi due versetti abbiamo imparato che:

1. La vera fede e il timore di Dio Altissimo implica il distacco dalle dipendenze materiali di questo mondo.

2. Il mondo delle persone prive di fede è un concetto infantile dell’esistenza che si ferma alle apparenze e alle distrazioni.

3. Ciò che abbiamo in questo mondo dovrebbe aiutarci a aiutare il prossimo e compiere delle nobili azioni.

4. L’avidità e l’attaccamento sono due caratteristiche negative che impediscono l’uomo ad essere generoso e caritatevole con i bisognosi.

 

a questo punto ascoltiamo il versetto 38 della Sura Mohammad, Pace e Benedizione su di lui:

هَاأَنتُمْ هَؤُلاء تُدْعَوْنَ لِتُنفِقُوا فِي سَبِيلِ اللَّهِ فَمِنكُم مَّن يَبْخَلُ وَمَن يَبْخَلْ فَإِنَّمَا يَبْخَلُ عَن نَّفْسِهِ وَاللَّهُ الْغَنِيُّ وَأَنتُمُ الْفُقَرَاء وَإِن تَتَوَلَّوْا يَسْتَبْدِلْ قَوْمًا غَيْرَكُمْ ثُمَّ لا يَكُونُوا أَمْثَالَكُمْ

 

“Ecco, siete invitati ad essere generosi per la causa di Allah, ma qualcuno di voi è avaro. Chi si mostrerà avaro lo sarà nei confronti di se stesso. Allah è Colui Che basta a Se Stesso, mentre siete voi ad essere poveri. Se volgerete le spalle vi sostituirà con un altro popolo e costoro non saranno uguali a voi”. (47:38)

 

Questo versetto che è l’ultimo versetto di questa Sura coranica tratta il tema importantissimo delle dipendenza eccessiva degli uomini alla vita materiale e ai suoi inganni mondani. Qui Iddio Altissimo ricorda all’uomo che per essere un vero fedele e devoto alla religione non basta impegnarsi nei riti come la preghiera e il digiuno, pur essendo questi ultimi dei pilastri insostituibili della fede, ma colui che decide di percorre la via di fede dovrà essere capace a rinunciare ai suoi averi e ricchezze quando questa rinuncia si presenta come un atto necessario per sotenere la cuasa di Dio Altissimo. Nella parte finale di questo versetto che conclude anche la stessa Sura le Prole Divine assumono un tono quasi intimidatorio con il quale viene ricordato all’uomo la sua totale impotenza di fronte ella Volontà di Allah Onnipotente.

Da questi versetti comprendiamo che:

1. L’avarizia è uno delle caratteristiche fortemente biasimate nel Sacro Corano in quanto impedisce alla persona avara di impegnare la propria ricchezza per sostenere la Causa di Dio.

2. Iddio Altissimo non ha alcun bisogno della nostra donazione ne generosità, ma siamo non ad averne bisogno in questo mondo e nella vita eterna.

3. Un verso uomo di Dio quando deve sotenere la Parola e l’ordine Divino non esita neanche un secondo a donare tutto di cui è in possesso, sacrificando persino anche la sua stessa vita se questo fosse necessario per aiutare la causa di Allah, l’Altissimo.

 

 

 

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