Gen 18, 2022 08:25 CET
  • Ayatollah Khamenei, Sicurezza e stabilità nella Regione (7)

Da oltre 12 anni , la guida suprema della rivoluzione islamica dell’Iran, l’Ayatollah Seyyed Ali’ Khamenei, con l’inizio dell’anno nuovo, sceglie un titolo per nominarlo con l’obiettivo di unire tutti gli sforzi nazionali per realizzare un preciso obiettivo che a sua volta diventa la priorita’ e la principale meta di tutto l’anno in corso. Nel corso delle varie puntate di questo programma cercheremo di approfondire questo importantissimo tema. vi invitiamo a seguirci!

Ayatollah Khamenei, la guida suprema della rivoluzione islamica, nel suo discorso per il nowruz dell’anno scorso parlando a una grande folla di iraniani radunati nella città santa di Mashad, al mausoleo dell’Imam Reza, sia lodato dal Signore, ha fatto importanti riferimenti alla storia contemporanea iraniana spiegando come nel corso degli anni buii della dittatura dei re Pahlavi, il nostro Paese si trovava in tutto e per tutto sotto il dominio e il controllo degli americani, facendo svolgere la funzione del gendarme della regione mediorientale all'Iran. Una totale dipendenza che in tutti I campi faceva da ostacolo insormontabile per la sovranità e l’autonomia dell’Iran, nonostante le sue enormi risorse umane e naturali. Il sommo leader in quell’occasione ha detto:” Il nostro nemico, monitorando le attività e le inizitive prese dalla Repubblica Islamica, si sente fortemente preoccupato e vede nel nostro progresso una seria minaccia per il suo dominio, dai notevoli progressi del nostro Paese nel settore della tecnologia di difesa, della cultura e della scienza”.

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Uno dei più importanti e incisivi risultati ottenuti grazie alla forte resistenza del popolo iraniano di fronte alla prepotenza americana, è proprio il potere politico e economico che la repubblica islamica è riuscita ad ottenere nell’Asia Occidentale e nel mondo. Tale resistenza e forza indubbiamente sono costate moltissimo al nostro Paese che si è trovato ingiustamente a dover combattere contro I poteri arroganti e I loro sudditi regionali e internazionali.

Di fronte a una così grande sconfitta, I governi imperialisti degli Stati Uniti hanno usato ogni tipo di mezzo e strumento di pressione per piegare la volontà popolare iraniana per salvaguardare la propria sovranità e identità islamica e nazionale. Uno di questi strumenti di pressione adoperato reglarmente dagli americani e dai loro alleati occidentali è stata la guerra psicologica e mediatica a 360gradi contro la Repubblica Islamica dell’Iran.

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Phil Vlaytiu, il noto leader del movimento No War negli Stati Uniti nella sua rivista Virginia Defender scrive:” Una delle caratteristiche più ridocole della società americana è che la maggior parte degli americani ha conseguito una laurea o un diploma, ma allo stesso tempo il popolo statiunitense è una delle nazioni a cui viene offerta il minimo servizio di informazione. Questo non vuol dire che il nostro governo ci impedisce a parlare o scrivere liberamente sulle questioni storiche, politiche, economiche o sociali, ma questa disinformazione o mancanza di informazione significa che tutte le fonti di informazione, sia cartacea che mediatica si trovano nelle mani dei detentori del potere e della ricchezza che usufruendo di tutte le risorse economiche e finanziarie del nostro Paese, nonostante costituiscano circa l’un per cento di tutta la popolazione. E’ proprio in questo modo che la libera informazione viene occultata completamente e la gente ha l’illusione di vivere in un paese libero”. L’analista americano riferendosi al ruolo dei media in Occidente scrive:” Vi sono un gruppo di giornalisti che si sono messi al servizio dei padroni del potere per creare la cosiddetta opinione pubblica. Negli Stati Uniti, tutte le notizie sull’Iran, Russia, Siria, Cuba, Venezuela, Corea del Nord e Cina passano regolarmente da questo filtro di censura per far credere alla gente che questi sono quei paesi definiti dai governi americani come gli stati canaglia”.