Lug 16, 2022 07:31 CET

Da oltre 12 anni , la guida suprema della rivoluzione islamica dell’Iran, l’Ayatollah Seyyed Ali’ Khamenei, con l’inizio dell’anno nuovo, sceglie un titolo per nominarlo con l’obiettivo di unire tutti gli sforzi nazionali per realizzare un preciso obiettivo che a sua volta diventa la priorita’ e la principale meta di tutto l’anno in corso. Nel corso delle varie puntate di questo programma cercheremo di approfondire questo importantissimo tema. vi invitiamo a seguirci!

Amici, oggi vi proporremo l’ultima parte di questo nostro speciale dove il tema centrale è quello delle basi americane nell’Asia Occidentale e il loro ruolo nella destabilizzazione della regione. Come abbiamo detto precedentemente, gli stati Uniti con la solita retorica di salvaguardare la pace e la sicurezza nel mondo e in particolar odo della regione Asia occidentale, ogni anno stanno rafforzando la propria presenza militare a causa della quale la stabilità e la pace non solo non si sono aumentate ma si sono sempre di più compromesse. Va ricordato che dalla aggressione americana del 2001 contro l’Afghanistan e l’Iraq con il falso pretesto della lotta al terrore, sono nate e cresciute a dismisura le cellule terroristiche di matrice wahhabita in questi due paesi per poi espandersi successivamente anche in altre aeree tra cui la Siria. E’ evidente che gli americani, dopo gli attentati alle Torre Gemelle nell’11 settembre del 2001, hanno usato questi attentati come il pretesto e la giustificazione per espandere le proprie basi nella regione, costruendo in brevissimo tempo 14 basi militari solo in Iraq, nelle città strategiche di Baghdad,, Al- Anbar, Dahuk, Arbil, Karkuk, Neinawa e Saluhuddin.

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Harir, è una delle basi militari americane più importanti nel territorio iracheno dove le più sofisticate armi di guerra sono state depositate. Da questa base situata a pochi chilometri dalla città curda di Arbil sono state partite diverse operazioni destabilizzanti nella regione.L’altra base importante del regime americano in Iraq è la base missilistica di Ainol Assad che anche in questo caso fu usata per progettare e l’attuazione dei diversi attentati terroristici nella regione e in particolre contro l’Iran. La guida Suprema della Rivoluzione islamica, l’Ayatollah Khameniei parlando in occasione della settimana dell’Unità rivolgendosi agli intellettuali islamici della regione ha detto: “La presenza statunitense non ha comportato altro che male e corruzione. Appena hanno messo piede in questa regione hanno portato con loro malvagità e corruzione. In qualsiasi zona mettono piede portano insicurezza, guerre intestine o compiono azioni quali creare Daesh (ISIS)”. Il sommo leader ha poi aggiunto: “Noi vgliamo che venga conosciuto il vero volto degli Stati Uniti, vogliamo che le nazioni islamiche conoscano quale è il vero volto degli Stati Uniti e la realtà che si cela dietro il loro sostegno alla democrazia, ai diritti umani e ad altre simili false e ipocrite dichiarazioni. La gente deve comprenderlo”.Come sappiamo a testimonianza della storia contemporanea della politica interventista delle varie amministrazioni americane, la principale arma degli Stati Uniti nella regione, di cui ormai la maggior parte dei popoli musulmani sono pienamente consapevoli, è l’infiltrazione nei centri sensibili e decisionali. La loro arma principale è creare discordia, indebolire la determinazione nazionale dei popoli, creare mancanza di fiducia tra le nazioni e i governi, influenzare le decisioni importanti delle autorità governative dei paesi e suggerire false soluzione per i loro problemi. A questo proposito la guida suprema ha ribadito: “ Gli Stati Uniti fanno di tutto affinché i popoli e i governi della regione lasciassero le decisioni più importanti alla bandiera a stelle e strisce, accettando le loro politiche e arrendendosi ai loro interventi politici e militari e obbedendo a qualunque cosa essi dicano. Vogliono far credere che questa sia la soluzione dei problemi e innestare questa mentalità tra i governanti delle nazioni e dei paesi islamici. Queste sono le loro armi, che sono più pericolose di quelle militari”.

 

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