Apr 12, 2022 10:18 CET

La pandemia ha causato una profonda recessione economica a livello internazionale. In questo programma cercheremo di approfondire - citando le osservazioni degli esperti -, l'impatto che la Pandemia del Coronavirus ha avuto a breve termine sull’economia mondiale e in particolar modo su quella americana.

Ian Bremmer, fondatore e presidente della società di consulenza geopolitica Eurasia Group e della start up media Gzeroworld, ha osservato con incredulità la terribile esecuzione del ritiro americano dall'Afghanistan. Un ritiro che lui ha sempre peraltro ritenuto inevitabile. "Tutto è andato male. È stato un ritiro catastrofico. Pensavano che i talebani ci avrebbero messo due o tre mesi per conquistare il Paese e ci hanno impiegato due o tre giorni. Un fallimento incredibile dell'intelligence americana", ha detto Bremmer. "Inoltre gli Usa hanno fatto tutto da soli, senza chiedere nulla agli alleati ed è stato un vero disastro di pianificazione. Non si sono preparati per lo scenario peggiore, che poi si è avverato. A causa di questa mancanza molta gente ha perso e perderà la vita. Sul piano comunicativo è andata ancora peggio, con Biden che aveva escluso una simile eventualità solo un mese fa e ha fatto la figura di uno che non sa quello che sta facendo". Con un calcolo improntato al cinismo, il presidente Joe Biden ha ritenuto di potersi permettere un ritiro caotico, perché nel giro di un paio di settimane l’Afghanistan sarebbe scomparso dalle prime pagine dei giornali, la gente avrebbe dimenticato. Questo mentre l’umore nazionale è cupo e scoraggiato, la nazione americana è divisa. Biden deve dare una scossa, e subito, se non vuole rischiare di perdere il controllo del Senato, e forse addirittura della Camera nelle elezioni di mid term del novembre 2022. Perché se dovesse succedere, una maggioranza trumpiana bloccherebbe qualsiasi tentativo di riaffermare l’autorità della politica estera americana. Ma anche nel caso in cui il presidente dovesse mantenere il controllo della legislatura fino al 2024, è già delineata quella che potremmo chiamare una “dottrina Biden”, in stridente disaccordo con la retorica idealistica della difesa della democrazia e dei diritti umani. È una realpolitik brutale, che prevede di abbandonare gli alleati e di rendere omaggio formale ai valori americani, senza però difenderli davvero. Negli Stati Uniti, nel frattempo, Biden si impantana in una nuova ondata di infezioni Covid, con un partito repubblicano trumpiano che prima aveva sostenuto con forza la firma apposta dal tycoon sull’accordo siglato con i Talebani a Doha nel 2022, mentre adesso non si fa scrupoli a criticare Biden per aver gestito male il ritiro  Le conseguenze geopolitiche della sconfitta americana in Afghanistan sono una netta perdita di influenza e credibilità per la più grande superpotenza del mondo. Gli storici del futuro forse vedranno nel fiasco di Kabul una pietra miliare dell’abdicazione dell’impero.