May 24, 2022 07:04 CET

La pandemia ha causato una profonda recessione economica a livello internazionale. In questo programma cercheremo di approfondire - citando le osservazioni degli esperti -, l'impatto che la Pandemia del Coronavirus ha avuto a breve termine sull’economia mondiale e in particolar modo su quella americana.

Com’è stato il primo anno in carica di Joe Biden? La maggior parte della popolazione negli Stati Uniti è stata vaccinata contro COVID-19, ma altri Paesi sono andati meglio. La crescita economica è aumentata, ma anche l’inflazione. L’America ha lasciato l’Afghanistan, ma la guerra si è conclusa con una caotica evacuazione e un attentato suicida che ha ucciso 13 soldati statunitensi. Sono stati approvati gli aiuti per fronteggiare la pandemia e i progetti di legge sulle infrastrutture, ma la costosa legislazione sulle politche sociali e climatiche si è prima ridimensionata e poi bloccata. Nel suo primo anno di presidenza Joseph R. Biden si è concentrato soprattutto sulle sfide interne, a partire dalla gestione della pandemia e il rilancio dell’economia. Tuttavia il presidente aveva anche promesso di riportare gli Stati Uniti al centro degli affari internazionali dopo quattro anni di generale disimpegno sotto Donald Trump. A un anno di distanza, non si può dire che Biden abbia avuto pieno successo, sebbene in alcuni casi non siano mancati progressi.

 

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Biden non ha ereditato da Trump gravi crisi internazionali. Tuttavia le politiche dell’ex presidente avevano reso molto più complicata la gestione di diverse questioni internazionali, dalla governance globale ai rapporti con Cina ed Europa, dalle relazioni con l’Iran alla guerra in Afghanistan. Con Biden gli Stati Uniti sono tornati molto attivi nei consessi multilaterali. Sono rientrati nell’Accordo di Parigi sul clima e hanno raggiunto un’importante intesa con gli europei per la riduzione delle emissioni di metano. La difficoltà dell’Amministrazione Biden nell’adottare un’ambiziosa agenda climatica interna ne ha però ostacolato gli sforzi per ottenere stringenti impegni di riduzione dei gas serra durante la conferenza di Glasgow. Allo stesso modo, lo screditamento della democrazia americana culminato nell’assalto al Campidoglio e nella delegittimazione dell’elezione di Biden stesso ne ha indebolito l’agenda di promozione della democrazia. Né la sua Amministrazione è stata capace di organizzare una risposta globale alla pandemia, limitandosi a una, poi rivelatasi velleitaria, proposta di sospendere temporaneamente i brevetti per i vaccini. Una vittoria molto significativa dell’Amministrazione Biden è stata invece l’approvazione da parte del G20 e dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) di un’imposta minima globale sulle grandi compagnie dell’high tech, che dovrebbe ridurne la capacità di beneficiare di regimi fiscali più generosi.

 

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Ma la grande priorità di Biden è stata la relazione con Cina, che sotto Trump era diventata molto più conflittuale. Biden ha mantenuto lo stesso indirizzo ma ha adottato un approccio multilaterale contrario all’unilateralismo aggressivo del predecessore. Ha elevato al rango di vertice il ‘Quad’, un forum di dialogo a tutto campo tra Usa, Giappone, Australia e India, concluso il patto di sicurezza ‘Aukus’ con Regno Unito e Australia (a cui gli Usa venderanno sottomarini nucleari), intensificato il dialogo con i paesi del Sudest asiatico e rassicurato Taiwan del sostegno americano in caso di aggressione cinese. Si è unito agli alleati europei nell’adottare sanzioni legate al rispetto dei diritti umani e li ha persuasi a mettere la competizione economico-tecnologica cinese al centro dell’agenda di un nuovo strumento transatlantico, il Consiglio Usa-Ue su Tecnologia e Commercio.