Giu 18, 2022 11:25 CET

La pandemia ha causato una profonda recessione economica a livello internazionale. In questo programma cercheremo di approfondire - citando le osservazioni degli esperti -, l'impatto che la Pandemia del Coronavirus ha avuto a breve termine sull’economia mondiale e in particolar modo su quella americana

La scorsa settimana la Casa Bianca ha reso noto il budget per l'anno fiscale 2023: 5.800 miliardi di dollari, di cui 813 miliardi andranno in spese per la Difesa, con un aumento del 4% rispetto all'anno fiscale in corso.  L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha chiesto al Congresso fondi per 32,5 miliardi di dollari col pretesto di sostenere l’Ucraina contro la Russia e per intensificare l’azione di contenimento della pandemia di Covid-19. Secondo il “Washington Post”, la richiesta giunge in un momento in cui legislatori democratici e repubblicani continuano a discutere sul rifinanziamento del governo federale entro l’11 marzo prossimo. Biden chiede ora al Congresso di approvare fonti per 10 miliardi di dollari per rispondere alla crisi umanitaria in Ucraina, per rafforzarne la difesa, per proteggerne la rete elettrica e per assistere gli alleati europei. Per l’emergenza pandemica l’amministrazione Biden chiede invece 22,5 miliardi di dollari volti a rifinanziare i programmi di salute pubblica e a potenziare la capacità delle autorità di rispondere all’eventuale emergere di nuove varianti  Le due richieste potrebbero incontrare l’opposizione del Partito repubblicano, i cui esponenti negli ultimi giorni hanno già sottolineato come i fondi per assistere l’Ucraina

dovrebbero essere già previsti dal bilancio del Pentagono e come per la risposta alla pandemia siano già stati stanziati 1.900 miliardi di dollari un anno fa. 

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Intanto la Federal Reserve, conosciuto anche come la Fed, che è la banca centrale degli Stati Uniti si prenderà tutta la scena e inizierà a rialzare i tassi di interesse. I mercati hanno già prezzato un rialzo iniziale di un quarto di punto e sei-sette moderati rialzi nel corso del 2022, per un totale di circa l’1,75%, in pratica un rialzo ogni volta che s'incontrerà per il resto dell'anno (complessivamente sei volte) tutti dello 0,25%, meno uno che potrebbe essere di mezzo punto. La Fed ha già lasciato capire che punterà sui reinvestimenti, più che sulle vendite di asset, ma mercoledì dovrà metterlo nero su bianco e chiarire meglio la sua posizione. Poi toccherà al suo capo, Jerome Powell intervenire e dire la sua. Finora la guerra non ha cambiato il suo atteggiamento. Joe Biden lo ha riconfermato alla guida della banca centrale Usa con un compito preciso: ridurre l'inflazione. E lui ha assicurato che "faremo tutto quello che serve" per fermare i prezzi al consumo.

E per combattere l'inflazione, c'è un solo modo: rialzare i tassi. Tuttavia Powell sa che dovrà farlo con cautela, perché se rialza troppo i tassi, o lo fa troppo in fretta, finirà per spaventare i mercati e per azzerare la curva dei rendimenti, cioè rischia di far salire i tassi a breve più di quelli a lunga scadenza, il che per le Borse rappresenterebbe un segnale di recessione. Per cui deve agire gradualmente: puntare su un atterraggio morbido.

 

 

 

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