Lug 09, 2022 12:27 CET

La pandemia ha causato una profonda recessione economica a livello internazionale. In questo programma cercheremo di approfondire - citando le osservazioni degli esperti -, l'impatto che la Pandemia del Coronavirus ha avuto a breve termine sull’economia mondiale e in particolar modo su quella americana

Nella puntata precedente abbiamo cominciato toccando il tema del nuovo budget degli Stati Uniti, poi vi abbiamo parlato delle decisioni – sempre a questo merito - della banca centrale, conosciuto anche come la Federal Reserve (FED), fra cui quella di rialzare i tassi di interesse per prendersi poi tutta la scena. E poi siamo arrivati alla domanda; in che modo il governo di Biden riuscira’ a frenare l’inflazione? La Fed ha già lasciato capire che per fermare i prezzi al consumo punterà sui reinvestimenti: rialzare i tassi in parole povere. E come ha assicurato Jerome Powell - riconfermato da Biden alla guida della banca centrale -, lo farlo con cautela, perché se rialza troppo i tassi, o lo fa troppo in fretta, finirà per spaventare i mercati e per azzerare la curva dei rendimenti, cioè rischia di far salire i tassi a breve più di quelli a lunga scadenza, il che per le Borse rappresenterebbe un segnale di recessione. Per cui deve agire gradualmente: puntare su un atterraggio morbido. La risposta è un po’ tecnica ma sostanzialmente suona così: rialzare i tassi gradualmente e contestualmente ridurre il bilancio, ma puntando sui reinvestimenti senza per ora procedere anche a vendita di titoli. Per questo i 'radar' dei mercati saranno puntati soprattutto sui tempi e sulle modalità di riduzione del bilancio, che costituiranno uno dei pezzi forte delle proposte della Fed.

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Nel mese di marzo l'inflazione negli Stati Uniti, ha raggiunto ad un punto  straordinariamente alto. L'allerta e arrivata dalla portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, che parlando con i giornalisti ha puntato il dito contro l'aumento dei prezzi legato all’operazione militare speciale della Russia di Putin in Ucraina. E poi ha aggiunto che la Casa Bianca prevede di vedere una "grande differenza" tra il principale dell'inflazione e il cosiddetto dato dell'inflazione "core", che esclude i prezzi dell'energia e del petrolio, i prodotti alimentari, proprio quelli che sono arrivato alle stelle dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Anche il presidente Joe Biden è intervenuto sul tema durante il suo viaggio nell'Iowa. A dire il vero l'inflazione, già elevata negli Stati Uniti, è tornata a crescere a febbraio con l'inizio del conflitto in Ucraina proprio alla fine del mese.  I prezzi al consumo sono così aumentati del 7,9% nell'arco di un anno, i più alti dal 1982, secondo l'indice Cpi, su cui sono indicizzate in particolare le pensioni. Dovrebbe quindi accelerare l'inflazione a marzo, che sarà la prima a risentire pienamente delle conseguenze della crisi in Ucraina sui prezzi negli Stati Uniti. L'inflazione su base mensile è prevista all'1,2%, rispetto allo 0,8% di febbraio.

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Il dato core dovrebbe essere stabile allo 0,5%, a conferma che l'aumento dei prezzi è trainato da energia e cibo. L'inflazione non dovrebbe rallentare per diversi mesi, avvertono gli economisti. Per far fronte a questa situazione, la Fed ha iniziato a metà marzo ad alzare i tassi di riferimento, il che fa aumentare il costo del credito e farà quindi rallentare consumi e investimenti per allentare la pressione sui prezzi. La banca centrale ha avvertito che continuerà la sua stretta di politica monetaria nei prossimi mesi.

 


 

 

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