Dic 28, 2022 12:22 CET

Salve amici! Vi i presenteremo un altro appuntamento con " i falsi paladini dei diritti umani". Speriamo che sia di vostro gradimento!

Il popolo del Bahrain è chiamato di recente a recarsi alle urne per le elezioni della Camera dei rappresentanti del regno che è un consiglio legislativo composto da 40 membri, istituito nel 2002. Le ultime elezioni parlamentari si sono svolte alla fine del 2018. Il mandato della Camera dei rappresentanti si rinnova ogni quattro anni, ma in occasione delle elezioni del 2018, le leggi sull’isolamento politico hanno impedito ad almeno 12 esponenti dell’opposizione di candidarsi. In molti hanno deciso di non presentare la loro candidatura per le elezioni dello scorso 12 novembre, per non correre il rischio di divenire vittime di quella legge.

 

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Il re Hamad bin Isa Al Khalifa, sta usando le sue leggi sull’isolamento politico e una serie di altre tattiche per tenere attivisti ed ex membri dell’opposizione, spesso sciiti, fuori da cariche pubbliche e da altri contesti della vita pubblica. La magistratura del Bahrain ha sciolto i due principali partiti di opposizione del paese, al-Wifaq e Wa’ad, rispettivamente nel 2016 e nel 2017. Nono sono pochi coloro che si sono espressi contro il voto aderendosi alla campagna di boicotaggio. Tra I personaggi piu' noti, il Grande Ayatollah Sheikh Isa Qassim che ha invitato il suo popolo a boicottare le prossime elezioni, affermando che "la partecipazione degli elettori non comporterebbe il consolidamento della democrazia in Bahrain poiché la stragrande maggioranza della popolazione e' escluse dal processo politico del regno".

Ecco le parole del religioso sciita del Bahrain: "Queste elezioni rappresentano una prova per i bahreiniti e la partecipazione attiva a queste elezioni. significherebbe fallire questo test"… “Questo parlamento è uno strumento per esercitare l'oppressione"…"Come sarebbe possibile rafforzare la democrazia in Bahrain, quando le elezioni erano state originariamente progettate per distruggerla? È un'elezione le cui porte sono chiuse a coloro che aspirano alla democrazia”.

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 Oltre ai casi di persone a cui è stato impedito di candidarsi alle elezioni, è stato reso impossibile portare avanti le proprie idee a organizzazioni della società civile come la Bahrain Human Rights Society, la Bahrain Women’s Union, che difende i diritti delle donne, e la Bahrain Society for Resisting Normalization, che si oppone alla normalizzazione delle relazioni con Israele.