Lug 16, 2023 07:40 CET

Amici, anche questa settimana, vi proponiamo un altra puntata del programma dedicato alle parole riportate dal Principe dei Credenti, il nobile Imam Alì, Pace e Benedizione su di lui.

Perle di saggezza che dopo i versetti del Sacro Corano e gli Ahadith del Nobile Profeta Mohammad, sia lodato dal Signore, non hanno eguali tra i testi sacri. Ascoltiamo insieme alcune Hikmat, ovvero le frasi breve del Nahjul Balagha. Amir al-mu'minin, la pace sia con lui, disse: “La pazienza è di due tipi, la pazienza per ciò che ti addolora e la pazienza per ciò che brami”.

In questa Hikma ancora una volta incontriamo con le perle di saggezza del nobile Imam Ali, dove egli menziona due tipi di pazienza, il primo si riferisce a delle circostanze in cui la Shari'a, o la giurisprudenza islamica vincola una persona a fare qualcosa che però non è  di suo gradimento, ma lui resiste e ci prova a seguire la propria fede e le sue leggi in ogni modo possibile. Questa pazienza e adesione delle persone alle regole della Santa Sharia, etica e legge, è uno dei chiari segni della religiosità, come viene menzionato nel versetto 53 della Surah Al-Baqarah: "O voi che credete, cercate aiuto nella pazienza e nella preghiera. In verità, Allah è con il paziente». È ovvio che molte volte è difficile per una persona svolgere questi obblighi e doveri religiosi e un vero credente si trova inevitabilmente a dover sopportare molte difficoltà per eseguire queste comandamenti.

 

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Un altro tipo di pazienza è quando a una persona piace qualcosa, ma non dovrebbe farlo, anzi dovrebbe resistere all'umore dell'ego e mostrare pazienza nel trattenersi da ciò che lo attrae fortemente. In questo tipo di pazienza, un credente si astiene da ciò che gli attira e fa di tutto per non trasgredire cadendo nei comportamenti sbagliati. Nelle tali circostanze l'uomo di fede si costringe a muoversi nel quadro della Sharia e delle regole etiche e morali, nonché delle leggi sociali non trasgredendo anche i propri limiti.

La stessa questione si riflette chiaramente nei versetti del Sacro Corano che parlano della trasgressione dei peccatori, i quali vengono considerati  dei trasgressori dai comandamenti di Dio.
Si narra che chiesero a un mistico con un elevato stato spirituale: chi è il tuo maestro? l'Arif o il gnostico rispose: Il mio padrone; che è uno scarafaggio nero. Pensavano che stesse scherzando. Aref aggiunse: non sto scherzando. Quelli intorno a lui reclamarono: Com'è possibile una cosa del genere? Il gnostico rispose: "Una notte d'inverno che ero sveglio, all'improvviso ho visto uno scarafaggio nero arrampicarsi sul lampione, ma è scivolato ed è tornato indietro. Ho contato e ho visto che è scivolato ed è caduto settecento volte, ma non si è stancato. Ero sorpreso. Poi sono uscito per la preghiera dell'alba e sono tornato. In quel momento ho visto che era finalmente seduto sopra la lampada accanto allo stoppino.

SÌ! Da questo evento apparentemente insignificante ho imparato una cosa importantissimo dallo scarafaggio. Da lui ho imparato la pazienza, la perseveranza  e la stabilità".
Il ruolo della pazienza nel raggiungere alti gradi spirituali è talmente importante che nessuno può raggiungere la vera perfezione se non beneficiando di questa importante e preziosa qualità.

Nell'etica islamica, la pazienza è considerata la madre di tutte le virtù. La radice di qualità desiderabili come la generosità, il coraggio, l'umiltà, ecc. sono tutte nella pazienza, ed è la pazienza che conduce i credenti al paradiso. Nel versetto 75 di Sura al -Furqan leggiamo: “Per la loro costanza saranno compensati con il livello più alto [del Paradiso] e saranno ricevuti con l’augurio di pace, ."

 

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