Apr 29, 2024 09:46 CET

 Amici, anche questa settimana, vi proponiamo un altra puntata del programma dedicato alle parole riportate dal Principe dei Credenti, il nobile Imam Alì, Pace e Benedizione su di lui.

Perle di saggezza che dopo i versetti del Sacro Corano e gli Ahadith del Nobile Profeta Mohammad, sia lodato dal Signore, non hanno eguali tra i testi sacri. Ascoltiamo insieme alcune Hikmat, ovvero le frasi breve del Nahjul Balagha.

 Amir al-mu'minin, la pace sia su di lui, disse: “Ogni respiro di un uomo è un passo in avanti verso la sua morte”. Come sappiamo ogni passo cede il posto al passo successivo e questa sequenza delle azioni è il mezzo più naturale per avvicinarsi alla meta. E' proprio in questo modo che ogni respiro di vita serve da campana alla morto e porta la vita verso il suo esaurimento, come se il respiro il cui movimento è considerato segno di vita fosse in realtà un segno palese del trascorrere il tempo nonché il mezzo per avvicinarsi alla meta della morte, in quanto ogni respiro è l'annuncio della morte per quello precedente. In verità l'uomo respira costantemente nel sonno e nella veglia, in piedi e seduto. Solo se gli venisse bloccato il respiro per un breve periodo di secondi, la sua morte è certa. Inoltre, il sistema respiratorio umano, il cuore, il cervello e altri organi del corpo hanno una durata di vita limitata. Ad esempio, il sistema respiratorio può aspirare aria al massimo diversi miliardi di volte, assorbirne l'ossigeno ed emettere il gas di carbonio insieme al resto. Inoltre, il cuore può aprirsi e chiudersi miliardi di volte. Senza dubbio, arriverà il momento in cui la potenza di questi organi si esaurirà, i quali smetteranno di funzionare da soli. Proprio come un'auto quando esaurisce l'ultima goccia di carburante e a questo punto smette di funzionare, proprio come ogni goccia di carburante consumata è un passo verso la fine e l'arresto, ogni respiro che fa un uomo e ogni battito del suo cuore lo avvicinano sempre di più alla fine della sua vita.

******

Molte persone pensano che il ricordo della morte provochi disperazione e depressione, mentre il ricordo della morte fa sì che le azioni e i comportamenti umani trovino la loro giusta direzione. In questo modo l'uomo non solo non si stanca e non si scoraggia nelle attività di ogni giorno, ma troverà una doppia vitalità e motivazione per andare avanti. Questo è l'approccio giusto e costruttivo nei confronti della vita e della morte proprio come i nobili Imam, siano lodati dal Signore e le alte guide religiose, erano soliti a ricordare molto e frequentemente la morte tenendosi sempre preparati ad essa. Nel loro cuore tenevano costantemente presente il ricordo della morte ma non interrompono mai i loro sforzi, movimenti e attività quotidiane. Non dimentichiamo che il ricordo della morte non significa solitudine o la depressione. Tenersi pronti per la morte non significa che i nostri pensieri e le nostre menti ricordino costantemente la morte, la tomba e la risurrezione ma significa non temere nulla di ciò che riguarda la fine naturale della nostra esistenza terrestre. Piuttosto, finché è in vita, un credente dovrebbe pensare anche a migliorare le condizioni della sua vita e quelle degli altri pur non dimenticando mai la morte. Anche perché fino a quando la nostra esistenza in questo mondo non sarà giunta all'equilibrio e i doveri in questo mondo non saranno adempiuti, anche l'aldilà non sarà una esistenza equilibrata."

 

 

Potete seguirci sui seguenti Social Media:
Instagram: @parstodayitaliano
Whatsapp: +9809035065504, gruppo Notizie scelte
Twitter: RadioItaliaIRIB
Youtube: Redazione italiana
VK: Redazione-Italiana Irib
E il sito: Urmedium

Tag