Nahj-ul-Balaghah, le perle di saggezza di Imam Ali (as)- 67
Amici, anche questa settimana, vi proponiamo un altra puntata del programma dedicato alle parole riportate dal Principe dei Credenti, il nobile Imam Alì, Pace e Benedizione su di lui.
Perle di saggezza che dopo i versetti del Sacro Corano e gli Ahadith del Nobile Profeta Mohammad, sia lodato dal Signore, non hanno eguali tra i testi sacri. Ascoltiamo insieme alcune Hikmat, ovvero le frasi breve del Nahjul Balagha.
Amir al-mu'minin, la pace sia su di lui, disse: “La generosità è [donare] di propria iniziativa, poiché devolvere in seguito alla richiesta avvine per rispetto di sé o per evitare rimproveri”.
La generosità è l'abitudine di dare senza aspettarsi un compenso dall'altra parte. Nella Hikma che appena abbiamo ascoltato, il Principe dei credenti, Ali, la pace sia con lui, offre una definizione molto dettagliata della parole generosità in base alla quale donare ai bisognosi deve avvenire senza che essi chiedano il nostro aiuto, perché se il mendicante stesso chiedesse aiuto e l'altra parte gli dà, quello che ha dato, in realtà potrebbe essere perché il donatore ci tiene alla propria reputazione o volesse sentirsi o presentarsi come una persona superiore o benefattrice. E in base alla precisazione del nobile Imam Alì tale gesto non si può essere chiamato la generosità. Inoltre, a volte questo donare dopo averlo chiesto è perché se non lo si fa, il richiedente o altre persone che lo vengono a sapere, potrebbe etichettare questo gesto come una espressione di avarizia o tircheria. Pertanto, questo tipi di opere di beneficenza non fanno altro che gonfiare il nostro ego di fronte agli altri.
Abbiamo detto che la pura e vera generosità trova il senso quando una persona, dopo essere stata consapevole delle difficoltà altrui, cerca segretamente di risolvere il loro problema prima che loro si umiliassero a chiedere.Nel versetto 273 della Surah Al-Baqarah, quando viene menzionata l'importanza del donare e dei suoi effetti e benedizioni, il Sacro Corano sottolinea: “[Date] ai poveri che sono assediati per la causa di Allah, che non possono andare per il mondo a loro piacere. L’ignorante li crede agiati perché si astengono dalla mendicità. Li riconoscerai per questo segno, che non chiedono alla gente importunandola. E tutto ciò che elargirete nel bene, Allah lo conosce”. II versetto, per il suo significato contingente al momento della Rivelazione, si riferisce ad un gruppo consistente di musulmani che erano fuggiti dalla Mecca per raggiungere il Profeta a Medina. Li chiamavano la gente del portico, perché vivevano all’entrata della moschea incondizioni di povertà assoluta. Ci sono state molte discussioni sull'importanza della generosità nei versetti del Sacro Corano e degli insegnamenti islamici, incluso un hadith dell'Imam Sadiq, sia lodato dal Signore che dice: Un gruppo dallo Yemen venne per conoscere il Messaggero di Dio (pace su di lui) e tra loro c'era un uomo che, mentre parlava con il Santo Profeta (pace su di lui) adottava un tono agressivo e la voce alta e ostinata al punto che il nobile Messaggero di Dio (pace su di lui) si arrabbiò e il suo volto si contorse a causa della sua tristezza e distolse lo sguardo da lui guardando per terra. In questo momento il nobile angelo Gabriele scese e disse: L'Onnipotente ti saluta e dice: Questo è un uomo generoso che offre da mangiare ai bisognosi continuamente. Sentendo ciò, l'ira del Profeta (pace su di lui) si placò, alzò la testa e disse: Se Gabriele non mi avesse informato da Dio Onnipotente che sei un uomo generoso che sfami gli affamati e i poveri, non ti avrei guardato, ti avrei evitavo e rifiutavo per sempre. L'uomo disse: Al tuo Signore piace davvero la generosità? Il Profeta disse: Sì. A quel punto l'uomo si convertì all'Islam, confessò l'unicità di Dio e la veridicità della missione del Profeta. Poi disse: “Giuro su Dio che ti ha mandato, non ho mai privato nessuno della mia ricchezza.
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