Gen 22, 2024 07:40 CET

Nel programma precedente vi abbiamo parlato del problema dell’uso di armi da fuoco negli Stati Uniti, Siamo partiti con i dati forniti dalle forze dell’ordine, dai media ed enti governativi statunitensi, secondo i quali nel 2023,...

gli episodi di violenza armata hanno causato in questo paese oltre 42mila vittime di cui almeno 16mila sono bambini e adolescenti. E siamo arrivati all’influenza che la lobby delle armi continua a esercitare sul parlamento e la connivenza del Partito repubblicano hanno mantenuto intatto il diritto degli americani ad armarsi, per quanto si sia riusciti a introdurre alcune nuove limitazioni e controlli in tempi recenti. Oggi riprendiamo il nostro discorso. 

******

Nel 2000 il debito pubblico degli Stati Uniti era di 3.500 miliardi di dollari, pari al 35% del Pil. Nel 2022 aveva raggiunto 24mila miliardi di dollari, ossia il 95% del Pil. Questo aumento vertiginoso del debito pubblico statunitense è alla base dell’attuale crisi politica in corso a Washington sul rifinanziamento del bilancio federale.Sia i Repubblicani che i Democratici, però, sembrano non vedere quale sia la vera soluzione al problema: fermare le guerre americane e ridurre le spese militari. Supponiamo che il debito pubblico Usa fosse ancora quel modesto 35% del Pil che era nel 2000, oggi sarebbe pari a 9 mila miliardi di dollari, contro i 24mila miliardi attuali. Ora, per quali ragioni il governo degli Stati Uniti ha contratto in questi anni un debito di 15mila miliardi di dollari? La risposta principale è che Washington dipende dalla guerra e dalle spese militari. Secondo il Watson Institute della Brown University, il costo delle guerre statunitensi dall’anno fiscale 2001 all’anno fiscale 2022 ammonta a ben 8mila miliardi di dollari, ossia più della metà dei 15mila miliardi di debito accumulato. Gli altri 7mila miliardi derivano in egual misura dai disavanzi di bilancio causati dalla crisi finanziaria del 2008 e dalla pandemia di Covid-19.MusicaPer superare la crisi del debito, l’America deve smettere di alimentare il suo complesso militare-industriale, che però è anche la lobby più potente di Washington. Come disse il presidente Eisenhower il 17 gennaio 1961: “Nei gabinetti di governo dobbiamo guardarci dall’acquisizione di un’influenza ingiustificata, voluta o non voluta, da parte del complesso militare-industriale. Esiste e persisterà il rischio della disastrosa ascesa di un potere mal riposto”. In effetti, dal 2000 a oggi, il complesso militare-industriale ha portato gli Stati Uniti a infilarsi in guerre disastrose come l’Afghanistan, l’Iraq, la Siria, la Libia e da ultimo l’Ucraina. Il complesso militare-industriale ha adottato da tempo una strategia politica vincente, assicurando che il budget militare arrivi a interessare ogni collegio elettorale. L’ufficio studi del Congresso Usa ha recentemente certificato che “la spesa per la Difesa incide sui distretti di tutti i membri del Congresso, attraverso le attività, tra le altre, di pagamento di salari o pensioni per militari ed ex militari, gli effetti economici e ambientali delle basi militari o la fabbricazione di sistemi o parti d’arma”. Solo un deputato molto coraggioso potrebbe votare oggi contro la lobby dell’industria militare, e il coraggio non è certo una caratteristica del Congresso.

 

 

 

Potete seguirci sui seguenti Social Media:
Instagram: @parstodayitaliano
Whatsapp: +9809035065504, gruppo Notizie scelte
Twitter: RadioItaliaIRIB
Youtube: Redazione italiana
VK: Redazione-Italiana Irib
E il sito: Urmedium

Tag