Dic 25, 2016 11:45 CET

Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l’interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l’ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.

Oggi proseguiamo la lettura della sura Ar-Rum (I Romani), la 30esima del sacro testo, meccana per la maggiorparte e composta da 60 versetti. Il nome della sura proviene dal secondo versetto, quando si cita la sconfitta dei Romani, quella ovvero subita da Eraclio nel 614 d.C. dinanzi ai persiani.

Ed ora leggiamo i versetti 9 e 10 dalla sura dei Romani:

«أَوَلَمْ یَسِیرُوا فِی الْأَرْضِ فَیَنظُرُوا کَیْفَ کَانَ عَاقِبَةُ الَّذِینَ مِن قَبْلِهِمْ کَانُوا أَشَدَّ مِنْهُمْ قُوَّةً وَأَثَارُوا الْأَرْضَ وَعَمَرُوهَا أَکْثَرَ مِمَّا عَمَرُوهَا وَجَاءَتْهُمْ رُسُلُهُم بِالْبَیِّنَاتِ فَمَا کَانَ اللَّـهُ لِیَظْلِمَهُمْ وَلَـکِن کَانُوا أَنفُسَهُمْ یَظْلِمُونَ»، «ثُمَّ کَانَ عَاقِبَةَ الَّذِینَ أَسَاءُوا السُّوأَى أَن کَذَّبُوا بِآیَاتِ اللَّـهِ وَکَانُوا بِهَا یَسْتَهْزِئُونَ»

Non hanno forse viaggiato sulla terra, e visto quel che è accaduto a coloro chi li hanno preceduti? Erano più forti di loro e avevano coltivato e popolato la terra più di quanto essi non l'abbiano fatto. Giunsero con prove evidenti Messaggeri della loro gente: non fu Allah a far loro torto, furono essi a far torto a se stessi. (30:9)

E fu triste il destino di quelli che fecero il male, smentirono i segni di Allah e li schernirono. (30:10)

I versetti precedenti a questi esortavano le persone a riflettere sulla creazione dei cieli e della terra; questi, come abbiamo appreso, invitano a riflettere sul destino dei popoli del passato. Il Corano incoraggia a viaggiare e ad andare a vedere ciò che e’ rimasto delle civiltà e dei popoli del passato per poterne trarre la giusta conclusione. Insomma, in passato, gli uomini, non coltivavano, non avevano splendidi frutteti, non avevano raggiunto grandi ricchezze e forte benessere? Ma molti di questi popoli sono stati spazzati via per la loro iniquità e la loro ingratitudine nei confronti del Signore;

questa brutta fu l’esito di ciò che loro fecero a se stessi; nella cultura islamica e’ considerato ingiustizia fare del male agli altri ma farlo pure a se stessi. Il peggior modo di essere ingiusti con se stessi e’ quello di calpestare la propria ragione ed il proprio intelletto rinnegando la verità.

Da questi versetti possiamo quindi trarre le conclusioni che seguono:

Primo – Visitare i siti storici ed archeologici per studiare la vita dei popoli passati e poter trarre le giuste conclusioni dai loro errori e’ un qualcosa che viene consigliato dal Corano.

Secondo – Gli sviluppi storici hanno una serie di regole ben precise che possono essere apprese e studiate in modo da evitare che gli errori del passato si ripetano anche in futuro.

Terzo – La felicità dei popoli non si ottiene solo con la forza, il benessere e la ricchezza ma i fondamenti della vera felicità, sono la fede in Dio e l’obbedienza ai suoi profeti.

Quarto – Quando gli uomini insistono con i peccati iniziano a dimenticare il bene e a non vederlo più e così iniziano a prendere la via che li conduce verso una brutta fine.

Ed ora leggiamo i versetti 11, 12 e 13 della sura ar-Rum o dei Romani:

«اللَّـهُ یَبْدَأُ الْخَلْقَ ثُمَّ یُعِیدُهُ ثُمَّ إِلَیْهِ تُرْجَعُونَ»، «وَیَوْمَ تَقُومُ السَّاعَةُ یُبْلِسُ الْمُجْرِمُونَ»، «وَلَمْ یَکُن لَّهُم مِّن شُرَکَائِهِمْ شُفَعَاءُ وَکَانُوا بِشُرَکَائِهِمْ کَافِرِینَ»

È Allah che dà inizio alla creazione e la reitera; quindi a Lui sarete ricondotti. (30:11)

Il Giorno in cui si leverà l'Ora, saranno disperati i colpevoli. (30:12)

E non avranno più intercessori tra coloro che associavano [ad Allah], ma rinnegheranno le loro stesse divinità. (30:13)

In base ai versetti coranici, la morte e’ la fine della vita in questo mondo e la porta d’ingresso all’altra vita. Proprio come la nascita dal grembo della madre, che era la fine della vita fetale e l’inizio della vita in questo mondo.

Il Corano, in questa parte, ricorda che la creazione degli uomini ed anche la loro morte in questa vita non dipende da loro. La presenza dell’uomo in questo mondo dipende dal volere di Dio e da lui stesso dipende il momento della morte di ogni persona. Allo stesso modo non sarà volontaria nemmeno la resurrezione nell’altra vita; lì gli uomini si ritroveranno in vita per essere sottoposti a giudizio e quindi, e’ bene che quel giorno abbiano qualcosa in mano. Bisogna ricordare che in quel momento ed in quella situazione, nulla di ciò che abbiamo avuto nella vita terrena sarà con noi e niente ci darà aiuto; l’unica cosa utile saranno le buone azioni. Alcune persone credono che semplici esseri umani, dèi o altro possano aiutarli fin nell’altra vita ma si sbagliano di grosso. Chi ai tempi di Mosè o di Mohammad adorava le statue, capirà finalmente che quelle statue costruite dalla mano umana non erano in grado di compiere azioni.

Da questi versetti apprendiamo che:

Primo – Il Creato e’ iniziato da Dio e a Lui verrà ricondotto; in altre parole, l’inizio e il destino del Creato e’ il Signore. L’uomo deve tener presente questa realtà per non sbagliare e non provare rimorso nel Giorno del Giudizio.

Secondo – La felicità e lo sghignazzare dei miscredenti in questa vita non deve ingannarci; nell’altra vita avranno di che essere pentiti.

Terzo – Nell’altra vita non ci sarà traccia degli amori e delle passioni fasulle di questa vita; coloro che abbiamo creduto nostri amici, leader, salvatori e che magari ci hanno guidato sulla via sbagliato non si faranno certo carico delle nostre colpe.  

MUSICA

Gentili ascoltatori vi ringraziamo per l’attenzione. Vi ricordiamo che potete trovare i testi di questo programma sulla pagina Facebook “RADIO ISLAM” oppure sul sito parstoday.com/it.

 

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