Iraniani Famosi (215): Ibn Khordadhbeh
Cari amici, in questa puntata vi parliamo di Ibn Khordadhbeh, famoso geografo persiano del nono e decimo secolo.
Abū l-Qāsim ʿUbayd Allāh ibn Khordādhbeh, vissuto tra l’820 ed il 911 d.C., è stato un geografo persiano, il primo autore musulmano a scrivere in lingua araba un testo di geografia. Ibn Khordādhbeh nacque tra l'800 e l'825 in Khorasan da una ricca famiglia persiana del nord del Paese (suo padre era stato Wali di al-Maʾmūn per il Ṭabaristān, corrispondente all’attuale regione iraniana del Mazandaran). Zoroastriano, si convertì all'Islam per compiacere la potente dinastia vizirale persiana dei Barmecidi, ricevette un'ottima educazione nella cerchia di persone che gravitavano intorno a Isḥāq al-Mawṣilī e fu presto nominato "Direttore delle Poste e delle Informazioni" (Ṣāhib al-barīd wa l-khabar ) della provincia del Jibāl, nel NO della Persia all'epoca del califfo abbaside al-Muʿtamid e agì in tale veste tra l'869 e l'885. In quanto responsabile del barīd (ebbe in seguito responsabilità ancora maggiori a Baghdad e Sāmarrāʾ), Ibn Khordādhbeh era il responsabile del controspionaggio califfale.
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Verso l'870, mettendo a frutto le conoscenze acquisite nel suo lavoro, Ibn Khordādhbeh scrisse il suo capolavoro, il Kitāb al-masālik wa al-mamālik (Il libro delle strade e dei reami) nel quale descrisse i differenti popoli e le varie province del califfato. Opera questa assai importante anche perché è l'unica a descrivere le attività dei mercanti Radaniti, di cultura ebraica, su cui scrisse con intelligenza e dottrina lo storico arabista francese Claude Cahen. Nella sua opera, Ibn Khordādhbeh parla anche delle rotte di commercio terrestri e marittime di allora; di quella che poi sarebbe stata chiamata Via della Seta, e delle rotte marittime che partivano dall’estuario del fiume Arvand nel Golfo Persico, fino all’India ed alla Cina.
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È chiaro che nelle sue opere, Ibne Khordazbeh, usa per lo più la tradizione geografica e astronomica persiana e in minor parte quella greca, per poter esprimere le sue nozioni geografiche. È importante anche l’uso abbondante di termini provenienti dal persiano, che indicano un’ottima conoscenza, da parte sua, della tradizione scientifica persiana. Morto probabilmente nel 911 d.C., è stato studiato a lungo dagli orientalisti per via della sua opera immortale e delle informazioni in essa racchiuse. Nella sua vita lavorò molto anche nel settore della musica, ed anzi si pensa che proprio la sua ottima capacità di suonare e cantare lo avvicinò oltremodo al califfo. Oltre all’opera citata, secondo i testi antichi, deve aver redatto almeno un’altra decina di opere, non giunte fino ai nostri giorni.