Dic 23, 2019 14:47 CET
  • Iraniani Famosi (235): Khajè Abdullah Ansarì (p.2)

Cari amici, in questa puntata continuiamo a parlarvi di una delle vette del misticismo e della letteratura della storia della Persia, ossia di Khajè Abdullah Ansarì, noto anche come “Vecchio di Herat”, dell’11esimo secolo d.C.

Nella puntata precedente abbiamo conosciuto Khajè Abdullah Ansarì, uno dei grandi della poesia e del sufismo irano-islamico. Detto Pir-e-Herat, il Vecchio di Herat, perchè Pir o Vecchio era il soprannome che si dava alle guide degli ordini sufi, visse a Herat, nell’allora Persia e nell’odierno Afghanistan dal 1006 al 1088 d.C. Khajè Abdullah Ansarì ebbe anche il soprannome di Shaykh al-Mashāyikh (شیخ المشایخ‎), "Maestro dei Maestri (sufi)". Abbiamo spiegato che le sue opere, essendo esempi favolosi di semplicità, raffinatezza e pura preghiera, vengono ancora oggi insegnate nelle scuole in Iran, Afghanistan e Tajikistan. Tra le sue opere più note, vergate in persiano, è da ricordare, oltre alle menzionate Quartine poetiche, il Munājāt-namā (lett.: "Libro delle confidenze" o "dei intimi colloqui"), un libro di preghiere e devozioni molto diffuso tra i sufi, il Sad meydān (lett.: "Le cento pianure dello Spirito") e numerosi sermoni di vario contenuto. In arabo sono invece redatte le Manāzil al-Sāʾirīn (Le stazioni dei viandanti), testo che descrive il cammino spirituale del mistico sufi, e le Tabaqāt al-Sūfiyya (Genealogie dei sufi), opera agiografica. I suoi diretti discendenti si spostarono in Hindustan e svolsero un ruolo chiave nello sviluppo locale del pensiero islamico, nell'istruzione e nella diffusione della fede islamica. Il più importante e significativo dei suoi discendenti fu Qutb al-ʿĀlam Shaykh Khwāja ʿAlāʾ al-Dīn Anṣārī di Herat, seguito da Makhdūm Niẓām al-Dīn Anṣārī di Sehali (Barabanki, Oudh), e da Qutb Shahīd Mulla Qutb al-Dīn Anṣārī Shahīd, di Sehali (Barabanki, Oudh). I discendenti del Mulla Qutb al-Dīn Anṣārī Shahīd fondarono la famosa scuola chiamata Firangi Mahal che si occupava dello studio del pensiero religioso islamico e del suo insegnamento.

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La sua opera, “Le cento pianure dello Spirito”, è un trattato, un’opera del mistico persiano Ansãri di Herat (XI sec.). Una guida al lessico della mistica islamica medievale che illumina su teorie e pratiche circolanti negli ambienti del sufismo. Sotto la guida di un direttore spirituale il discepolo è condotto passo passo alla scoperta delle cento stazioni (pianure) della via mistica, dettagliatamente descritte e spiegate. In ciascuna «pianura» l’Autore parte da un passo del Corano, lo commenta e lo traduce in pratiche raccomandazioni con lo scopo di aiutare il discepolo a procedere sulla via dell’auto-perfezionamento. Questo trattato doveva fungere da promemoria per gli allievi e da sintesi degli argomenti per il maestro. L’opera è un vasto commento mistico al Corano e mostra come il testo rivelato al profeta dell’Islam abbia ispirato il sufismo fin dai primi secoli, testimonia il notevole sviluppo assunto dalle scienze spirituali nel mondo islamico medievale e la raffinatezza del dibattito sottostante, cui contribuirono da varie angolazioni mistici e teologi, esegeti, giuristi e filosofi. Questa opera e’ stata tradotta in italiano nel 2012 da Carlo Saccone, docente di lingua e letteratura persiana all’Università di Bologna e di storia dei paesi islamici presso l’Università di Padova.

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