Ott 02, 2021 11:33 CET
  • Islam e le minoranze religiose 17

vi presentiamo un'altra puntata della serie 'i diritti delle minoranze religiose nell’Islam.

 

Come abbiamo detto nelle puntate precedenti, il diritto alla cittadinanza, secondo la giurisprudenza islamica non si acquisisce per il sangue o la terra, ma viene acquisito in due modi. Il primo elemento che rende legittimo il diritto alla cittadinanza in un paese islamico è proprio l’essere musulmano.L’altro fattore decisivo per ottenere la cittadinanza presso uno stato fondato sulla religione islamica, è contrattuale. La seconda modalità viene applicata per tutti coloro che non sono musulmani ma chiedono l’ospitalità e il diritto alla cittadinanza a un governo islamica.Tale richiesta comporta che i membri o i rappresentati della comunità di minoranza religiosa firmino un accordo di pace e di obbedienza alle leggi in vigore, con il governo islamico secondo il quale i richiedenti la cittadinanza si impegnano a rispettare tutte le leggi del Paese islamico e pagare una forma di tassa prevista dalla legislazione islamica per i fedeli di Scrittura.

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I giuristi e legislatori islamici, oltre alla forma di cittadinanza spiegata prima, hanno stabilito che esiste un’altra modalità per chiedere la protezione e il diritto della cittadinanza al governo islamica.Tale accordo viene chiamato l’accordo di resa o di cessate il fuoco e consiste nella forma di un accordo di abbandono delle intenzione bellicose da parte dei gruppi e delle comunità che prima della firma di tale accordo erano impegnati in una azione di guerra contro la comunità islamica.Con la firma dell’accordo, i membri di una comunità di minoranza religiosa o etnica depongono le proprie armi e abbandonano ogni tipo di iniziativa o azione bellicosa, in modo da ottenere il nulla osta per la cittadinanza che inizialmente ha una validità massima di dieci anni per poi prolungarsi fino a diventare permanente, se questi ultimi non avessero al proprio carico nessuna precedenza di ostilità con la comunità islamica.Il Sacro Corano nella Sura Al Anfal versetto 60 e 61 a questo riguardo dice:“Preparate, contro di loro, tutte le forze che potrete [raccogliere] e i cavalli addestrati per terrorizzare il nemico di Allah e il vostro e altri ancora che voi non conoscete, ma che Allah conosce .Tutto quello che spenderete per la causa di Allah vi sarà restituito e non sarete danneggiati. Se inclinano alla pace, inclina anche tu ad essa e riponi la tua fiducia in Allah. Egli è Colui Che tutto ascolta e conosce”.Prima dell’arrivo del Profeta, Medina era agitata dai tremendi scontri tribali che avevano per protagonisti i clan arabi degli Aws e dei Khazraj. Dietro questi scontri stavano spesso i clan ebrei che, alleati degli uni o degli altri, ricavavano molti vantaggi dalla situazione. Fabbricavano armi che vendevano ai contendenti, esercitavano l’usura per finanziare i loro clienti e svolgevano attività di spionaggio.

Il loro obiettivo strategicamente più importante, era quello di mantenere l’inimicizia tra gli arabi e indebolirli favorendo e alimentando i loro contrasti. La rivelazione divina, portata dal Profeta (pace e benedizioni su di lui) convinse gli arabi a metter da parte odi e rancori.

 

 

 

 

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