Iraniani Famosi (195): Seybuye’ (p.2)
Cari amici, oggi vi parliamo di un famoso grammatico e filosofo persiano, ovvero Seybuye’.
Abū Bishr ʿAmr ibn ʿUthmān ibn Qanbar al-Baṣrī, noto anche con lo pseudonimo di Sībawayh o Seybuye’, vissuto tra il 765 e il 793, è stato un grammatico, filosofo e arabista persiano musulmano. Grammatico e filosofo persiano musulmano, Seybuye’ fu la personalità di maggiore spicco scientifico della Scuola di grammatici di Basra e il pionieristico autore di un fondamentale testo di linguistica araba, l'al-Kitāb, ossia "Il libro", in 5 volumi, che costituisce un'autentica enciclopedia della grammatica della lingua araba. La Grammatica di arabo di Sībawayh fu formalmente il primo testo grammaticale che si occupò di analisi logica dell'arabo, scritto da un Arabo non-nativo, ossia da un non-Arabo quanto a origine. La sua applicazione della logica al meccanismo strutturale del linguaggio era del tutto innovativa per il suo tempo. Tanto Sībawayh quanto il suo Maestro al-Farāhīdī furono storicamente le prime e più autorevoli personalità riguardo alla registrazione formale della lingua araba. Buona parte dello slancio per realizzare un simile impegno provenne dal desiderio dei musulmani non-arabi di fruire di una corretta interpretazione del Corano e dei benefici derivanti dall'opera dei tafsir (esegesi coranica). Il linguaggio non prosastico del Corano presenta infatti sfide interpretative e linguistiche di non piccolo conto, anche per gli arabofoni e tutti i successivi studiosi della grammatica araba dovettero fasarsi con il pionieristico lavoro scientifico di Sībawayh.
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Ibn al-Nadīm afferma di aver visto note sulla grammatica e la lingua araba nelll'opera manoscritta di Sībawayh nella ricca biblioteca di Muḥammad ibn al-Ḥusayn (Abu Ba'ra), nella città di al-Ḥadītha, forse un centro nei pressi di Mossul, o di un'altra cittadine sul fiume Eufrate. Il Libro stesso comprende diversi volumi e fu il risultato dell'impegno collettivo di quarantadue grammatici. Malgrado però Sībawayh fosse tra tali autori, i principi e i soggetti del lavoro furono quelli del suo Maestro, al-Khalīl ibn Aḥmad al-Farāhīdī, anche se il libro è ricordato unanimemente col suo titolo di al-Kitāb al-Sībawayh (Il libro di Sībawayh), qualificato da Ibn al-Nadīm come "senza uguali prima del suo tempo e inarrivabile dopo". al-Farāhīdī realizzò anche molti altri lavori di grande rilievo filologico, incluso il famoso dizionario "Kitāb al-ʿAyn", lessicografico, sulla puntuazione diacritica, sul metro poetico (ʿarūḍ), sulla crittografia e altro, ma il libro di Sībawayh viene ricordato ancora da moilti come la prima grammatica araba e forse il primo libro in prosa in lingua araba. Sebbene si dice che Sībawayh e Abū ʿAmr ibn al-ʿAlāʾ non si fossero mai incontrati, Sībawayh cita Abū ʿAmr 57 volte nel suo Kitāb, per lo più tramite la trasmissione garantitagli da Ibn Ḥabīb e al-Farāhīdī. Si sostiene che Sībawayh avesse studiato sotto Hārūn ibn Mūsā, sebbene questi sia citato da lui solo cinque volte.