Donne in Occidente (29):immigrazione femminile
Amici anche oggi proseguiremo il tema tanto discusso in queste settimane: donna e immigrazione.
Oggi le donne, come gli uomini, migrano per motivi economici e politici. Tra le altre cause ci sono le guerre e i conflitti civili, razziali, etnici e religiosi che si verificano in alcuni paesi e che spingono loro a cercare rifugio all'estero.
Alcune donne invece emigrano per abbracciare le cosidette opportunità e libertà che il mondo occidentale promette di offrire loro. Le donne immigrate, pero', una volta raggiunte a destinazione, si trovano dinanzi a enormi problemi e imprevisti.
Abbiamo detto che le donne immigrate soffrono di un “doppio svantaggio” nel posizionarsi nel mercato del lavoro: lo “svantaggio” di essere immigrate e quello legato alle disuguaglianze di genere.
Esse sono generalmente meno retribuite e più esposte a irregolarità contrattuale o a sottoccupazione.
Le donne sono pure quelle che inviano nei paesi di origine più soldi degli uomini, contribuendo con le loro rimesse a sostenere i familiari rimasti a casa e l’economia dei paesi di partenza.
musica
Negli ultimi anni la maggior parte dei Paesi occidentali ha adottato politiche restrittive rispetto all'ingresso degli stranieri, aumentando la richiesta dei requisiti necessari e intensificando i controlli alle frontiere.
Di fronte a tali limitazioni, un numero crescente di persone utilizza i canali illegali per entrare in un Paese di cui non è cittadino.
E questi stranieri vengono chiamati "clandestini".
L'immigrazione clandestina è infatti aiutare qualcuno ad oltrepassare una frontiera illegalmente dietro pagamento.
C’è un’interconnessione tra la questione della migrazione illegale e il traffico di esseri umani. E le donne immigrate che arrivano in modo clandestini nel paese d’accoglienza sono maggiormente vittime del traffico di esseri e di violenza sessuale.
Le donne che viaggiano da sole vengono più esposte alla violenza sessuale e di genere o costrette a prostituirsi per poter proseguire il viaggio” . Alcune, per disperato bisogno di protezione, sposano un uomo durante il viaggio .
Delle migranti che arrivano nel Paese di destinazione ce ne sono tante che subiscono anche stupri di massa; e non c’è distinzione di nazionalità; nelle violenze i trafficanti non si fermano nemmeno di fronte alla giovane età delle loro vittime, né si fanno scrupoli rispetto alle donne in attesa.
Lo stupro è usato come punizione se la ragazza non ha i soldi per pagare il viaggio, o per costringere la sua famiglia a inviare una sorta di “riscatto”.
musica
Le vittime non parlano della loro esperienza e non cercano assistenza specifica a meno che non ci siano gravi problemi di salute . Questo è dovuto in parte alla vergogna per le violenze subite.
Pian piano la condizione di completa dipendenza dai trafficanti prima e dagli sfruttatori poi, sommata ai traumi e alle violenze subite, vanno ad intaccare nelle donne il senso di fiducia in sé e negli altri, la capacità di gestire la propria autonomia o di avere spirito di iniziativa. Si crea sfiducia nelle proprie capacità, vengono intaccate l’identità personale e il modo di vivere le relazioni di intimità.
È stato prodotto da The Guardian Uk, in collaborazione con l'associazione On the Road un documentario che racconta l'incubo delle ragazze nigeriane costrette a prostituirsi in Italia. Alcune delle quali sono state portate illegalmente nel paese e costrette a prostituirsi. Il film parla delle immigrate che lavorano e vivono in quella zona, delle tristi storie di queste donne e di “On the Road”.
Secondo le stime dell'Organizzazione internazionale del lavoro, oltretutto datate al 2009 ma pur sempre le ultime ufficialmente disponibili su scala globale, il mercato del traffico di essere umani, varrebbe circa tre miliardi di dollari all'anno solo per lo sfruttamento sessuale, e avrebbe delle ricadute, in termini di profitti da sfruttamento del lavoro illegale pari a 32 miliardi di dollari all'anno.
È in tal modo che le organizzazioni criminali hanno attivato quella che oggi può essere considerata una reale ed efficiente «internazionale del crimine», ovvero una rete transnazionale di collaborazione e cooperazione criminale che rende i confini del tutto permeabili.