Iraniani Famosi (209): Khwaja ʿAbd al-Samad
Cari amici, in questa puntata vi parliamo di un grande pittore e artista persiano, Khwaja ʿAbd al-Samad.
Le informazioni biografiche sono imprecise, però fonti indiane lo indicano come originario della Persia meridionale, probabilmente di Shiraz; tali fonti spiegano che già nel 1555 era noto sia come calligrafo sia come pittore; quattro anni dopo si trasferì a Kabul dall'imperatore Humayun, che assieme al figlio Akbar prese da lui lezioni di pittura. Homayun e Akbar furono due importanti sovrani della dinastia Timuride (erano discendenti diretti di Tamerlano) detta anche Moghul, al potere in India, che ebbero una cultura completamente persiana. Questo fu uno degli avvenimenti che agevolò la diffusione della scuola di pittura Moghul sul territorio indiano. La sua notevole abilità di calligrafo gli valse l'appellativo di "dolce penna" (Sirin-qalam). La sua produzione attestata come pittore è piuttosto scarna e comprende solo miniature e partendo proprio da queste, i critici d'arte hanno cercato di assegnargli anche un repertorio di opere allargato. Quel che sembra certo è che l'artista seguì le linee della scuola Moghul per tutta la carriera e solamente in tarda età si aprì al gusto indiano.
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La Biblioteca nazionale iraniana, a Teheran, conserva le sue miniature più importanti, tra le quali una raffigurante un paesaggio e due giovani, uno che suona e l'altro che dipinge (1551), un'altra descrivente un giovane che canta le lodi di Dio. Non mancano le miniature ricche di elementi e personaggi in costume indiano, come quella intitolata Caccia al cervo oppure lo Staffiere che conduce il cavallo. Una buona parte delle opere di Samad può essere visionato nelle illustrazioni rintracciate in un antico manoscritto, risalente al 1595, trafugato in Iran dagli inglesi ed attualmente conservato al British Museum. La miniatura del mondo islamico, che venne portata avanti da personaggi come Khwaja ʿAbd al-Samad, era un’arte risalente alla Persia pre-islamica, che entrò nel mondo islamico nel decimo secolo dopo Cristo, con l’arrivo dei persiani alla corte Abbaside. Le diverse scuole della miniatura islamica sono quelle di Shiraz, Herat, Tabriz, Qazvin e Isfahan. L'arte persiana (e in parte quella ottomana) ha una lunga tradizione nell'uso di miniature. In quest'ambito esse sono di natura illustrativa e sviluppandosi dalla più antica tradizione di decorazione del testo sono diventate illustrazioni a foglio singolo conservate in appositi album (a differenza di queste alla controparte occidentale ad acquerello non si applica il nome di miniatura). E bisogna sottolineare che proprio mentre in Europa la miniatura veniva messa da parte, in Persia, con artisti quali Khwaja ʿAbd al-Samad, essa viveva un periodo di grande vitalità artistica, con una grande attenzione ai soggetti naturalistici. La miniatura persiana, erede di una lunga tradizione, influenzò la produzione di manoscritti decorati anche nel mondo ottomano fino al XIX secolo.