Il Sentiero della Luce 918
Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l’interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l’ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.
Amici, da questa settimana cominciamo la lettura del quarantacinquesimo brano del Corano, la sura Al Al-Jathiya, “La Genuflessa”. Questa sura è stata comunicata al nobile profeta dell’Islam negli anni di residenza alla Mecca e come le altre sure meccane, parla soprattutto di argomenti di base della fede come il Monoteismo, la Profezia e la Resurrezione. Comprende 37 versetti e inizia come, altre 28 sure del Corano con le “lettere separate”, come abbiamo spiegato, un segreto tra Dio ed il profeta.
Oggi conosceremo meglio dal versetto 21 al 25 di questa Sura coranica.
Ecco ora i versetti 21 e 22 della sura Al Jathiya che Contiene discussioni sui "Parole di Dio Altissimo sul signoficato più profondo della resurrezione su cui l'umanità può riflettere e comprendere sui Suoi segni.
أَمْ حَسِبَ الَّذِينَ اجْتَرَحُوا السَّيِّئَاتِ أَّن نَّجْعَلَهُمْ كَالَّذِينَ آمَنُوا وَعَمِلُوا الصَّالِحَاتِ سَوَاء مَّحْيَاهُم وَمَمَاتُهُمْ سَاء مَا يَحْكُمُونَ
“Coloro che commettono il male credono che Noi li tratteremo alla stessa stregua di coloro che credono e compiono il bene, come se fossero uguali nella loro vita e nella loro morte? Come giudicano male!” (45:21)
وَخَلَقَ اللَّهُ السَّمَاوَاتِ وَالأَرْضَ بِالْحَقِّ وَلِتُجْزَى كُلُّ نَفْسٍ بِمَا كَسَبَتْ وَهُمْ لا يُظْلَمُونَ
“Allah creò in tutta verità i cieli e la terra, affinché ogni uomo sia compensato per quel che avrà fatto. Nessuno subirà un torto”. (45:22)
Nelle puntate precedenti abbiamo visto come il Sacro Corano descrive il destino finale dei credenti e dei miscredenti nel grande Giorno del Giudizio chiedendo all’uomo se si potesse dare la stessa considerazione e valore alle persone che hanno agito nel bene e coloro che si sono comportati male nella loro vita terrestre.
Tale approccio coranico costringe anche le persone più ostili a dover ammettere che il bene non può essere percepito e valutato come il male e a maggior ragione Iddio Altissimo in linea con la Sua perfetta Giustizia non potrà mai preservare lo stesso trattamento alle persone oneste e propense alle buone azioni e agli ingiusti che nella loro vita si sono comportate seguendo il loro istinto egoistico e malvagio.
In altre parole i fedeli hanno sempre fiducia nel loro Signore e in tutte le circostanze della loro vita, anche i quelle più avverse godono di una profonda pace e serenità datagli proprio dalla loro fede in Dio come si legge nella Sura al An’am versetto 82:
“Coloro che hanno creduto e non ammantano di iniquità la loro fede, ecco a chi spetta l’immunità; essi sono i ben guidati».
Dai versetti 21 e 22 della Sura Al Jathiya comprendiamo che:
1. I fedeli dovrebbero astenersi dalle idee e percezioni scorrette sulla giustizia Divina in quanto ciò che troveremo nel Giorno del Giudizio in realtà non è altro che l’eco delle nostre azioni e intenzioni.
2. Il sistema straordinario della creazione Divina è fondata sulla Verità più assoluta e tutto ciò che avviene in questo sistema è conforme con questa Verità Sublime.
3. La ragione dell’esistenza della Resurrezione va cercata nella Giustizia e Onniscienza Divina e nulla in questo sistema va a caso.
Musica
Ascoltiamo ora con attenzione il versetto 23 della Sura Al Jathiya:
أَفَرَأَيْتَ مَنِ اتَّخَذَ إِلَهَهُ هَوَاهُ وَأَضَلَّهُ اللَّهُ عَلَى عِلْمٍ وَخَتَمَ عَلَى سَمْعِهِ وَقَلْبِهِ وَجَعَلَ عَلَى بَصَرِهِ غِشَاوَةً فَمَن يَهْدِيهِ مِن بَعْدِ اللَّهِ أَفَلا تَذَكَّرُونَ
“Non hai visto quello che assume a divinità le sue passioni? Allah scientemente lo allontana, suggella il suo udito e il suo cuore e stende un velo sui suoi occhi. Chi lo potrà dirigere dopo che Allah [lo ha sviato]? Non rifletterete dunque?” (45:23)
Questo brano coranico fa un riferimento esplicito alla radice del peccato e delle ingiustizie compite dall’uomo che va cercato nell’egocentrismo e l’insaziabilità delle persone che al centro del loro mondo troviamo solo i valori materiali e i piaceri passeggeri di questo mondo. E’ più che evidente che di fronte alla richiesta costante e continua dell’ego, l’uomo dovrebbe munirsi di grande saggezza e distacco e al contrario, quando l’unico obiettivo della vita diventasse il massimo godimento materiale, l’uomo non potrà mai affrontare nel modo giusto e controllare l’insaziabilità del suo Io e della propria Nafs.
Da questo versetto possiamo dedurre che:
1. Gli idoli non sono fatti solo di legno o di metallo chiamati i dei da adorare, bensì il vero nemico dello spirito puro dell’uomo e il suo ego quando diventa l’unica guida dell’essere umano che in preda della insaziabilità della sua nafs dimentica lla sua origine Divina.
2. I desideri materiali sono come delle lenti colorate collocate sugli occhi del nostro cuore che impediscono all’uomo di vedere la Verità e indebolendo la sua capacità di contraddistinguere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto.
Musica
A questo punto ascoltiamo i versetti 24 e 25 della sura Al Jathiya:
وَقَالُوا مَا هِيَ إِلاَّ حَيَاتُنَا الدُّنْيَا نَمُوتُ وَنَحْيَا وَمَا يُهْلِكُنَا إِلاَّ الدَّهْرُ وَمَا لَهُم بِذَلِكَ مِنْ عِلْمٍ إِنْ هُمْ إِلاَّ يَظُنُّونَ
“Dicono: «Non c’è che questa vita terrena: viviamo e moriamo; quello che ci uccide è il tempo che passa». Invece non possiedono nessuna scienza, non fanno altro che illazioni. (25:24)
وَإِذَا تُتْلَى عَلَيْهِمْ آيَاتُنَا بَيِّنَاتٍ مَّا كَانَ حُجَّتَهُمْ إِلاَّ أَن قَالُوا ائْتُوا بِآبَائِنَا إِن كُنتُمْ صَادِقِينَ
“Quando vengono recitati a loro i Nostri versetti espliciti, non hanno altro argomento eccetto: «Fate risorgere i nostri avi, se siete sinceri». (45:25)
Come abbiamo visto, il Sacro Corano nel versetto precedente ha spiegato il percorso dell’allontanamento dell’uomo dalla sua radice Divina e quindi dalla Verità. In questi versetti Iddio Altissimo ammonisce i fedeli a seguire i desideri e le richieste dell’ego in quanto lo portano verso lo smarrimento e l’allontanamento irrecuperabile dal Suo Creatore.
Queste persone vengono definite come degli schiavi di questo mondo e dei loro desideri che negando la vita dopo la morte sostengono che l’esistenza dell’essere umano è destinata a esaurire con l’esaurimento della sua vita terrestre e che una volta morti non ci sarà alcuna Giustizia Divina che farà la resa dei conti. Loro per negare la risurrezione non si basano su un ragionamento logico e razionale bensì sulla propria ceca paura della verità.
Da questi due versetti comprendiamo che:
1. Abbandonarsi ai desideri dell’ego e seguire la via dell’attaccamento a questo mondo ci fa dimenticare il vero obiettivo della nostra creazione abituandoci a commettere di tutto per saziare la nostra indomabile nafs.
2. Coloro che insistono nel negare l’esistenza della risurrezione non lo fanno per convincimento razionale bensì per la loro dimensione di smarrimento nel peccato.