Il sentiero della luce (892)
Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l’interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l’ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.
Da alcune settimane abbiamo avviato la lettura del quarantaduesimo brano del Corano, la sura Ash-Shûrâ ("La consultazione"), visto che il versetto 38 ricorda che i credenti “si consultano vicendevolmente”. Questa sura è stata comunicata al nobile profeta dell’Islam negli anni di residenza alla Mecca e comprende 53 versetti. Inizia come altre 28 sure del Corano con le “lettere separate”, come abbiamo spiegato, un segreto tra Dio ed il profeta.
Ecco quindi il versetto numero 36 della sura Ash-Shura o della Consultazione:
«فَمَا أُوتِیتُم مِّن شَیْءٍ فَمَتَاعُ الْحَیَاةِ الدُّنْیَا وَمَا عِندَ اللَّـهِ خَیْرٌ وَأَبْقَى لِلَّذِینَ آمَنُوا وَعَلَى رَبِّهِمْ یَتَوَکَّلُونَ»
Tutto ciò che vi è stato concesso non è che godimento effimero di questa vita, mentre quel che è presso Allah è migliore e duraturo; [lo avranno] coloro che credono e confidano nel loro Signore, (42:36)
Tutto ciò che Dio ha donato ai suoi Servi in questo mondo, è solo un assaggio dei suoi veri doni, dato che questi sono solo mondani e fugaci. I veri doni, sono quelli che otterranno i fedeli con le buone azioni di questa vita. Per questo, il Corano ricorda in più parti che il miglior commercio ed il migliore affare, è ignorare i doni effimeri di questa vita per ottenere in cambio quelli dell’altro mondo.
I doni terreni sono stati elargiti a tutti e Dio non fa differenze tra fedeli e non, ma i doni dell’altra vita vanno solo ai puri ed ai fedeli, che utilizzando i doni terreni, hanno saputo rendere bello il proprio aldilà. È chiaro che il fedele, rinuncia alle azioni ingiuste per rispettare le leggi religiose, e sopporta anche difficoltà e privazioni, e riceve in cambio il premio nell’altra vita.
Al contrario di coloro che sono aggrappati alla ricchezza mondana, i fedeli confidano nel Signore ed invece di pensare solo a se stessi, pensano anche agli altri. Loro, invece di affidarsi alla loro potenza o ricchezza, che non può essere stabile per via della sua natura mondana, si affidano alla potenza ed alla Misercordia divina, sapendo che essa è eternamente presente.
Dalla riflessione su questo versetto apprendiamo che:
Primo – L’uomo fedele, beneficia dei doni della vita mondana ma si ricorda che l’obiettivo più importante è la vita eterna, e affronta la vita con questa visione.
Secondo – Ciò a cui il fedele rinuncia in vita, gli verrà donato da Dio, in maniera migliore e superiore, nell’altra vita.
Terzo – I fedeli si riconoscono da ciò a cui fanno affidamento.
Ed ora leggiamo il versetto numero 37 della sura As-Shura:
«وَالَّذِینَ یَجْتَنِبُونَ کَبَائِرَ الْإِثْمِ وَالْفَوَاحِشَ وَإِذَا مَا غَضِبُوا هُمْ یَغْفِرُونَ»
coloro che evitano i peccati più gravi e le turpitudini e che perdonano quando si adirano, (42:37)
In questo versetto vengono citate due caratteristiche dei fedeli che riguardano il loro modo di comportarsi; prima, il fatto che si tengono alla larga dei peccati e dalle impurità; inoltre, i fedeli, quando si arrabbiano, mantengono il controllo di se ed evitano di dire cose riprovevoli e di commettere azioni ingiuste. L’ira è come un fuoco che brucia e può distruggere tante cose; arrabbiarsi è una situazione normale per l’uomo, ma l’importante è essere in grado di controllare la propria rabbia. La fede, può rafforzare lo spirito del perdono e quindi fare in modo che le persone lascino aperta la porta del perdono. Anche nelle parole tramandate dal profeta e dagli Imam, si legge che gli amici si conoscono nel momento della rabbia e dalla loro capacità di tenere a bada la loro ira.
Dalla riflessione su questo versetto apprendiamo che:
Primo – La fede non è solo una questione racchiuse nel cuore, ma un qualcosa che deve sbocciare e sgorgare anche nelle nostre azioni e nel nostro modo di essere. Essere lontani dai peccati e saper controllare la propria rabbia, sono segni della vera fede.
Secondo – Il fedele ha il controllo del proprio istinto e delle proprie voglie e non è il contrario, ossia non è il suo istinto ad avere la meglio su di lui.
Terzo – Perdonare il prossimo è una delle condizioni della fede. Chi non perdona, non può essere un vero credente.
Ed ora leggiamo i versetti 38 e 39 della sura As-Shura o della Consultazione:
«وَالَّذِینَ اسْتَجَابُوا لِرَبِّهِمْ وَأَقَامُوا الصَّلَاةَ وَأَمْرُهُمْ شُورَى بَیْنَهُمْ وَمِمَّا رَزَقْنَاهُمْ یُنفِقُونَ»،
coloro che rispondono al loro Signore, assolvono all'orazione, si consultano vicendevolmente su quel che li concerne e sono generosi di ciò che Noi abbiamo concesso loro; (42:38)
«وَالَّذِینَ إِذَا أَصَابَهُمُ الْبَغْیُ هُمْ یَنتَصِرُونَ»
coloro che si difendono quando sono vittime dell'ingiustizia. (42:39)
Enumerando le altre caratteristiche dei fedeli, la sura ricorda che sono persone che rispondono al richiamo divino e pregano. Inoltre, si occupano dei bisognosi e donano loro parte dei propri averi. Nelle questioni famigliari e sociali, rispettano il parere degli altri e svolgono le loro azioni dopo essersi consultati.
Uno sguardo alla storia dell’Islam ci aiuta a capire che il profeta dell’Islam aveva tale caratteristica e consultava sempre la gente. In diversi casi, egli attuò un parere contrario al suo che però era quello della maggiorparte della gente. Ad esempio, nella battaglia di Uhud, il profeta accettò il parere della gente sulla tattica di guerra, anche se lui non era d’accordo, ed anche se la tattica voluta dalla gente, procurò la perdita di 70 soldati musulmani.
È chiaro però che consultarsi sul da farsi, vale sulle questioni sociali, famigliari, economiche, e amministrative, ma non può valere per le questioni legate alla religione. I fedeli riflettono e si consultano sugli altri sulle questioni della vita, ma non su quello che è già stato stabilito da Dio.
La questione del consultarsi è molto importante e proprio per questo, l’attuale sura o brano del Corano, è stata chiamata As-Shura o della Consultazione. L’ultima caratteristica dei fedeli, è la resistenza dinanzi all’ingiustizia e agli ingiusti. L’uomo fedele non accetta l’ingiustizia e s’impegna per contrastare i prepotenti. Nelle altre parti del Corano si legge che i fedeli non commettono ingiustizia ma non la accettano neanche. Dalla riflessione su questi versetti, possiamo trarre le seguenti conclusioni:
Primo – L’Islam è una religione completa e considera i diversi aspetti della vita dell’uomo come l’economia, la vita sociale e politica, ed eccetera. I versetti che abbiamo letto, mettevano in risalto questa realtà.
Secondo – La dittatura non è affiancabile alla fede. Il vero fedele rispetta il pensiero degli altri.
Terzo – Accettare la prepotenza e l’ingiustizia, è in contrasto con la fede. Il fedele si oppone all’ingiustizia e difende i propri diritti.
Davood Abbasi
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